sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Luca Fiori

La Nuova Sardegna, 9 settembre 2022

Secondo la Procura di Sassari gli avrebbe ceduto una dose letale. C’è una svolta inattesa nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Sassari sulla morte di Salvatore Usai, il detenuto sassarese di 42 anni trovato senza vita martedì scorso all’interno della sua cella nel carcere sassarese di Bancali. Quello che era stato inizialmente classificato come “infarto” è in realtà qualcosa di ben più grave.

Usai, che stava scontando una condanna a 14 anni per l’omicidio della zia, commesso a Sassari a gennaio di sei anni fa, è morto a causa di un’overdose di eroina, o forse un mix micidiale di diverse sostanze stupefacenti. A cedergli la dose letale sarebbe stato il suo compagno di cella, Omar Ndiaye un detenuto senegalese di 44 anni, appena entrato nell’istituto di pena sassarese dopo un arresto proprio per spaccio di droga.

Dopo gli accertamenti degli investigatori della squadra mobile della questura di Sassari disposti dalla Procura all’interno del carcere e una prima ricognizione esterna del cadavere, il detenuto straniero è stato iscritto nel registro degli indagati dal sostituto procuratore Ermanno Cattaneo, titolare dell’inchiesta. Il reato che gli viene contestato è “morte come conseguenza di altro reato”, che in questo caso sarebbe la cessione della droga alla vittima. Ieri mattina il magistrato ha affidato al medico legale Salvatore Lorenzoni l’incarico di effettuare l’esame autoptico sulla salma di Usai, trasferita dopo il decesso nell’istituto di patologia forense dell’università.

Gli esiti degli accertamenti medico legali eseguiti ieri e degli esami tossicologici si conosceranno solo tra sessanta giorni, ma dell’esame sarebbe già emersa la presenza di droga nel corpo della vittima. Nella notte tra lunedì e martedì Tore Usai aveva avuto problemi con un compagno di cella e gli agenti della polizia penitenziaria per evitare guai ulteriori lo avevano trasferito nella cella numero 32 con Omar Ndiaye, appena arrivato a Bancali.

L’ipotesi della Procura della Repubblica è che il detenuto senegalese sia riuscito in qualche modo a eludere i controlli e introdurre nel carcere della sostanza stupefacente e che lunedì notte ne abbia ceduto una dose a Tore Usai. Su disposizione della Procura la cella in cui è avvenuta la tragedia è stata perquisita e poi messa sotto sequestro. La notizia della morte del detenuto tre giorni fa aveva fatto salire ulteriormente, tra gli agenti e il personale civile, il livello di preoccupazione nella struttura penitenziaria di Bancali, dove mancano ancora il comandante e il direttore titolari e gli incarichi vengono coperti da personale in missione. Il fatto che la morte di Tore Usai non sarebbe avvenuta per cause naturali, secondo quanto risulta dai primi accertamenti, riporta d’attualità la sicurezza all’interno dell’istituto di pena sassarese.

Solo un mese e mezzo fa infatti c’era stato il decesso di un altro detenuto, morto a Bancali a causa dell’aggressione da parte di un compagno di cella. Nella notte fra martedì 25 e mercoledì 26 luglio Giuseppe Pisano, appena arrivato in carcere, aveva colpito alla testa con uno sgabello il sassarese Graziano Piana, uccidendolo.