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di Andrea Aversa

L’Unità, 21 luglio 2023

L’avvocato difensore: “Da due anni non vede e non parla con nessuno”. Non sta più mangiando e oltre ai chili avrebbe perso anche i capelli. Non parla più con nessuno e da due anni ha rifiutato di incontrare i suoi parenti e l’avvocato difensore. Stiamo parlando delle condizioni di salute di Marco Di Lauro, ex reggente dell’omonimo clan e arrestato a Secondigliano (quartiere ‘fortino’ della sua famiglia) nel marzo del 2019 dopo 15 anni di latitanza. ‘F4’ (chiamato così perché è il quarto di 10 figli di Paolo Di Lauro, alias Ciruzzo ‘o Milionario) sta vivendo da almeno due anni in totale isolamento, oltre quello garantito dal carcere duro: il regime del 41 bis. Di Lauro, detenuto nel penitenziario di Sassari, potrebbe essere affetto da una grave patologia psicofisica.

Secondo quanto riportato oggi da Il Mattino, i giudici della Corte di Assise di appello di Napoli hanno disposto una perizia psichiatrica da effettuare dopo Ferragosto, il cui esito dovrà arrivare entro 45 giorni. Abbiamo approfondito la vicenda con l’avvocato Gennaro Pecoraro, legale di ‘F4’, che si è visto approvare l’istanza dal Tribunale. Il penalista ha spiegato a l’Unità che, “Sono due anni che non incontro Di Lauro. Cinque, sei mesi fa è stata l’ultima volta che mi sono recato in carcere ma lui, nonostante il nostro rapporto fosse sempre stato sereno e trasparente, non ha voluto incontrarmi. Cosa ancora più strana - ha proseguito l’avvocato - Di Lauro ha avuto lo stesso atteggiamento con la storica compagna Cira. Lei va a Sassari ogni mese e ogni volta lui rifiuta di incontrarla. Anzi, rimanda indietro parte del cibo e dei vestiti che lei gli fa avere. Una volta - ha concluso Pecoraro - Si è recata presso il penitenziario anche la madre 80enne, sperando che almeno con lei Di Lauro volesse parlare. E invece, niente: non ha voluto incontrare neanche il genitore”.

Di Lauro non era affetto da particolari patologie prima dell’arresto. Tuttavia, ‘F4’ è noto per essere sempre stata una persona, “particolare, introversa e chiusa in se stessa - ha raccontato l’avvocato Pecoraro - aspetti del suo carattere riconosciuti anche dalla Procura. Ricordo su tutti due aneddoti, ai quali però non ho dato importanza perché non credevo fossero riconducibili a uno specifico malessere. Durante uno dei nostri ultimi incontri, Di Lauro mi aveva dato la sensazione di avvertire la presenza di persone che non c’erano fisicamente in quel momento e di sentirne le voci. Avevo associato quel fatto ad un controllo più rigoroso nei suoi confronti da parte degli agenti della Penitenziaria. Il secondo episodio - ha continuato il legale - ha riguardato il suo atteggiamento immediatamente successivo all’arresto: Di Lauro era preoccupato soltanto dei gatti che aveva nella casa dove aveva trascorso l’ultimo periodo della latitanza. Ecco, forse già quell’isolamento avrà causato dei disagi al mio assistito”.

Ora il prossimo step del procedimento giudiziario che vede coinvolto ‘F4’ è il seguente: la difesa può decidere di nominare un proprio perito di parte entro il 27 luglio. Poi dovrà essere effettuata la perizia e a prescindere dall’esito (che arriverà a settembre), quello che si augura l’avvocato Pecoraro, è “la cura del mio assistito al quale deve essere garantito il diritto alla salute. Cosa che purtroppo nelle carceri e soprattutto al 41bis non sempre avviene. Di Lauro è una persona complessa, non ha mai parlato di collaborare con la giustizia, ma forse non ha mai avuto l’assoluta consapevolezza del cognome pesante che porta. La sua storia fa quasi pensare a un clamoroso retroscena: che lui sia una sorta di fantoccio nelle mani di qualcun altro. Insomma che stia pagando al posto di qualche figura più grande e potente di lui”.

La storia di Marco Di Lauro ricorda quella del fratello Cosimo. Quest’ultimo prese le redini del clan dopo l’arresto del padre nel 2005 e fu protagonista della sanguinosa faida di Secondigliano e Scampia. Cosimo Di Lauro ha perso la vita nel carcere di Opera a Milano, dove era detenuto al regime del 41bis. Era il giugno del 2022. Il primogenito di Ciruzzo ‘o Milionario è deceduto a causa di un avanzato degrado psicofisico. Rifiutava il cibo, non curava l’igiene personale, fumava decine di sigarette al giorno e non vedeva e parlava con nessuno. Considerati alcuni aspetti come le pseudo-allucinazioni uditive, reazioni depressive, ansiose e turbe del sonno, il suo avvocato Saverio Senese aveva fatto richiesta per una perizia psichiatrica che dimostrasse l’incapacità di intendere e di volere del suo assistito. La richiesta fu respinta e la storia è finita come tutti sappiamo. Cosimo non avrebbe ricevuto adeguata assistenza sanitaria ed è morto seppellito in carcere. Lo Stato deve evitare che lo stesso accada al fratello Marco.