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di Karima Moual

La Stampa, 13 gennaio 2023

A quanto pare, neanche davanti a bambini o minori i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni riescono a resistere alla smania di dividere tra italiani e tutti gli altri. Tra chi deve essere riconosciuto e tutelato e chi no. C’è, ossessivamente, il tentativo di distinguere e indicare il più debole come la causa di tutti i mali, soprattutto su questioni sociali e quotidiane.

Massima attenzione dunque all’immigrato, lo straniero, l’”irregolare”, fosse anche un bambino. La “discriminazione” diventa la cifra di appartenenza e di orgoglio in nome di un’italianità da difendere da pericoli immaginari.

Succede così che a Roma, senza alcun pudore, l’opposizione rappresentata da Fratelli d’Italia si sia messa contro la scelta della giunta del sindaco Roberto Gualtieri di consentire l’iscrizione alla scuola dell’Infanzia anche a chi ha residenza fittizia, a chi è privo di codice fiscale e a chi è compreso nella categoria dei “soggetti meritevoli di tutela”. In sintesi, ai bambini con genitori che non hanno i documenti in regola si aprono comunque le porte della scuola.

Non è una cosa da poco, perché significa aprire per quel bambino una finestra di legalità, integrazione e normalità, nella prospettiva di una sua emancipazione futura da una condizione di irregolarità che, ai genitori, è più difficile sfuggire. Anche a causa dei limiti del legislatore che in Italia tiene ancora nel limbo almeno 500 mila irregolari senza possibilità di emersione. In uno Stato civile che tutela i diritti dell’infanzia, quanto fatto dal sindaco Gualtieri dovrebbe essere la conferma di un’ovvietà, tanto più che la nostra stessa Costituzione all’art. 34 parla di “scuola aperta a tutti”. E volendo essere ancora più precisi, secondo il D.P.R. 394/1999, “I minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all’istruzione indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani”.

Eppure per Fratelli d’Italia quei diritti conquistati con tanti sforzi e che oggi ci permettono di stare dalla parte del mondo civile, sono a quanto pare uno scandalo. Tant’è che con sopracciglio alzato e immagino anche sdegno, la consigliera di Fdi in Campidoglio, Maria Cristina Masi insieme a Laura Marsilio, capo dipartimento Scuola Fdi Roma, e Gianni Ottaviano, dirigente Federazione Fdi Roma, hanno presentato un’interrogazione a risposta scritta: “Chiediamo al sindaco - scrivono in una nota congiunta - se non ritiene che questa disposizione possa svantaggiare famiglie che fanno sacrifici notevoli per pagare un’abitazione, hanno regolare residenza anagrafica e rispettano le leggi”.

E ancora: “Ferma restando la dovuta tutela che l’amministrazione deve a tutti i minori, senza distinzione di sorta, cosa che era già garantita da sempre dal criterio delle segnalazioni dei Servizi sociali, domandiamo in base a quale criterio ritiene di dover fornire servizi a chi rispetta le leggi e a chi le viola. Dal Campidoglio dovrebbero inoltre spiegare come intendono garantire la tutela della salute delle persone prive di codice fiscale. Su questo punto ci riserviamo di presentare un esposto alle autorità competenti per verificare i potenziali rischi per i bambini e le famiglie”.

Eccola qua l’ultima battaglia. Il pugno duro contro i bambini, colpevoli di essere figli di immigrati irregolari e che diventano l’arma di una nuova propaganda nel momento in cui vengono utilizzati come strumento di rischio e pericolo contro gli italiani. E se non bastasse, vengono macchiati anche di un’altra colpa - e qui davvero ci vuole fantasia - e cioè quella di svantaggiare i bambini e le famiglie italiane con la loro presenza nelle classi per il solo motivo di trovarsi sprovvisti di documenti regolari. Puntando sempre sui sacrifici della famiglia italiana e sottintendendo come invece quelli dei bambini irregolari siano inesistenti o peggio parassitarie.

Ci vuole davvero coraggio e un certo pelo sullo stomaco per arrivare a indire una lotta contro qualche decina di bambini sparsi nella capitale che tra le tante privazioni hanno anche la sfortuna di avere genitori in posizione irregolare, per motivi che a quanto pare interessano poco ai nuovi difensori della “nazione”. Però è vero anche che non c’è molto da aspettarsi da chi in questi due mesi, non potendo fare alcun blocco navale, ha indetto la guerra alle Ong. E non riuscendo a fermare la solidarietà dei volontari, si è ingegnato nel macabro gioco di inviarli nei porti più lontani, infliggendo ulteriore sofferenza ai naufraghi. La battaglia per i diritti degli ultimi non è mai finita. C’è chi prima di noi ha tirato su i pilastri che la sostengono e la nostra Costituzione è uno di questi, ma guai ad abbassare la guardia. Perché c’è sempre chi proverà a portarci indietro, fingendo di tutelare un bene superiore.