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di Dacia Maraini

Corriere della Sera, 24 ottobre 2023

Credo che noi italiani siamo bravissimi nell’arte dell’autodenigrazione. Sento spesso persone che commentano scoraggiate: tanto siamo gli ultimi, non c’è niente da fare. Per questo poi non vanno a votare. Ma se non hai un minimo di stima per te stesso, come pensi che possano averne gli altri?

Si suole dire che i ragazzi non hanno voglia di studiare, che sono ignoranti e tendenzialmente bulli. Ma si tratta di una informazione scorretta. Esistono gli ignoranti e i bulli, ma è sbagliato identificare la scuola con costoro. Io vado spesso nelle scuole e posso dire che incontro tanti ragazzi e ragazze che hanno voglia di studiare, di approfondire. Certo questo succede soprattutto dove gli insegnanti stimolano la loro curiosità rendendoli protagonisti dei processi di conoscenza. E anche se si tratta di minoranze, il loro numero è notevole. Mi chiedo perché si preferiscano le informazioni catastrofiche invece di andare sul campo a osservare e confrontarsi. La prova di quanto dico sta in una statistica condotta quest’anno dal Cepell (Centro per il libro e la lettura), dal Premio Benedetto Croce, e dall’Università di Urbino. Le città in cui sono state condotte le indagini sugli studenti sono Avezzano, Lanciano, Sulmona, Vasto, Montesilvano, Casoli, Castel di Sangro, Popoli, Atri e Roseto.

Il risultato: il 47% degli studenti intervistati afferma di dedicare ogni giorno un tempo alla lettura. 48% legge più di 4 libri l’anno. Il genere preferito per il 53% è la narrativa, e il 63,9% dichiara di non scegliere i libri seguendo la pubblicità ma il passaparola soprattutto in rete. Di questi il 60% si rivolge per l’acquisto alle librerie, mentre il 34,9% li compra on line. L’89% considera la libreria un luogo di incontro. Il 91,2 % pensa che la lettura possa essere di aiuto per un futuro professionale. Solo il 15% pensa che leggere sia fonte di piacere. La maggioranza, il 58,8 % sostiene che si tratti di una pratica che avvia alla conoscenza e alla professionalità. A meno che non mentano tutti sfacciatamente, questa indagine smentisce certi racconti sull’inadeguatezza della scuola pubblica italiana. Se fosse così fra l’altro non troveremmo all’estero tanti giovani italiani appena emigrati che si inseriscono velocemente in posti di prestigio nei campi della scienza, della ricerca, della tecnica. Credo che noi italiani siamo bravissimi nell’arte dell’autodenigrazione. Sento spesso persone che commentano scoraggiate: tanto siamo gli ultimi, siamo incapaci, la scuola fa schifo, la politica fa schifo, non c’è niente da fare. Per questo poi non vanno a votare. Ma, cavolo, se non hai un minimo di stima per te stesso, come pensi che possano averne gli altri! E se non si crede nel futuro del proprio Paese , come possiamo aiutare a migliorarlo?