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di Liana Milella

La Repubblica, 12 gennaio 2024

Al Senato il Guardasigilli risponde al forzista Zanettin e annuncia “interventi legislativi” contro i giudici “perché alcune esternazioni hanno raggiunto livelli di intollerabile denigrazione”. Questa è Toghe, la newsletter sulla giustizia di Liana Milella. Dopo Guido Crosetto, adesso Carlo Nordio. Anche lui in una sede istituzionale, il Senato della Repubblica. Dove il ministro della Giustizia risponde ai question time, tra cui quello del forzista Pierantonio Zanettin, che da tre giorni sta spendendo tutte le sue energie, in stretta liaison con la leghista Giulia Bongiorno, per portare a casa, dopo ormai sei mesi, il ddl anti giudici di Nordio. Il Guardasigilli gli spiega che un cronoprogramma non si può raccontare “in tre minuti”. E poi eccolo lanciarsi in un passaggio di cui certamente le opposizioni gli dovranno chiedere conto.

Ma cos’ha detto alla lettera: “Noi stiamo valutando anche degli interventi legislativi, perché alcune esternazioni hanno raggiunto livelli di intollerabile denigrazione dell’intero corpo della magistratura. Esternazioni sulle quali ovviamente non mi pronuncio, su cui si stanno già pronunciando gli organismi competenti. Ma credo che sia proprio un minimo di buon senso ribadire il concetto quasi banale che il magistrato non solo dev’essere, ma apparire imparziale. Se poi a questo aggiunge anche dei suggerimenti alla politica affinché intraprenda delle azioni che possono essere definite quasi “eversive”, allora la situazione è molto grave”.

Chi sono i magistrati che in Italia danno “suggerimenti alla politica affinché intraprenda azioni che possono essere definite quasi eversive”? Qui siamo ben oltre le preoccupazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto che prima in un’intervista, e poi in ben due sedute alla Camera, ha ribadito che la magistratura si fa “opposizione politico-partitica”. Tant’è che lui ha sentito il bisogno di dirlo e di esprimere il suo allarme. Ovviamente smentito dai magistrati che rivendicano il loro diritto di parlare nei pubblici dibattiti esprimendo il proprio pensiero.

Ma con le parole di Nordio - pronunciate al Senato giovedì 11 gennaio intorno alle 16 nel corso del question time - è una bazzecola la “preoccupazione” per giudici che parlano nei loro congressi. Crosetto, in particolare, si riferiva a quello di Area, che si è svolto a Palermo all’inizio di ottobre e a quello di Magistratura democratica che ha chiuso lo stesso mese a Napoli, dove ha parlato anche il presidente del Senato Ignazio La Russa.

L’accusa di Nordio - che accenna a verifiche dei suoi uffici in corso, e c’è da supporre che si riferisca all’ispettorato - è molto grave. Dalle toghe giungerebbero “suggerimenti alla politica affinché intraprenda azioni che possono essere definite quasi eversive”. Non resta, a questo punto, che invitare Nordio a un nuovo e immediato question time per spiegare al Paese a cosa si riferisce, anche facendo i nomi dei magistrati che si sarebbero macchiati di suggerimenti “quasi eversivi”. E forse stavolta è il caso che entri in scena anche il Copasir.