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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 17 giugno 2023

La relazione annuale del Garante Nazionale delle Persone Private della libertà ha reso noti alcuni dati rilevanti riguardanti il 41bis, che meritano una seria riflessione. Si tratta di aprire un chiaro confronto su questo regime, considerando sia la sua funzione necessaria per interrompere le connessioni, i collegamenti e gli ordini tra le diverse organizzazioni criminali, sia l’attuale estensione numerica, la sua durata spesso illimitata, le condizioni materiali di detenzione e le singole misure adottate.

Attualmente, sono 747 i detenuti sottoposti a questo regime, di cui 12 donne. Sono 12 le carceri che ospitano 60 reparti dedicati al regime 41bis. Tra i detenuti sottoposti a questa restrizione, 35 si trovano nelle 11 “Aree riservate”. Quest’ultime sono un 41 bis ancora più afflittivo. Si rileva che 613 di loro hanno una posizione definitiva, di cui 159 si trovano in una situazione mista con almeno una condanna definitiva. Inoltre, 204 detenuti stanno scontando una condanna all’ergastolo e 6 donne sono internate in misura di sicurezza all’interno di una struttura specifica. Internate vuol dire che hanno finito di scontare la pena, ma di fatto rimangono al 41 bis perché considerate ancora “socialmente pericolose”.

Per il Garante nazionale è importante affrontare questa tematica con una visione equilibrata. Da un lato, il regime 41bis è stato introdotto per contrastare l’influenza e il potere delle organizzazioni criminali, svolgendo una funzione necessaria per la sicurezza pubblica. Dall’altro lato, è fondamentale esaminare attentamente l’ampia estensione numerica di questo regime, la sua durata, le condizioni di detenzione e, soprattutto, la salvaguardia dei diritti umani e della dignità delle persone detenute.

Una revisione critica delle pratiche attuali è necessaria per garantire che le misure adottate siano proporzionate e rispettino i principi fondamentali dello Stato di diritto. Ciò implica una rigorosa tutela dei diritti umani, la promozione di condizioni di detenzione adeguate e la definizione di un limite temporale ragionevole per la permanenza nel regime 41bis.

Su queste pagine, Il Dubbio ha sempre ricordato che tale regime era nato durante l’emergenza stragista sarebbe dovuto rimanere una misura temporanea. Sconfitta la mafia corleonese, il regime è diventato perfino più afflittivo. Un dibatto sereno e non intossicato dalle ideologie e dietrologie, sarebbe necessario per valutare se esistano alternative che possano raggiungere gli stessi obiettivi di contrasto alle organizzazioni criminali senza compromettere i diritti fondamentali dei detenuti.