sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Liana Milella

La Repubblica, 27 giugno 2024

Il Ddl affidato solo alla Commissione Affari costituzionali. Ma la Commissione Giustizia è intenzionata a rivendicare l’affidamento congiunto, già chiesto ufficialmente da Enrico Costa di Azione. Accelera l’abuso d’ufficio, già in aula il 4 luglio. La proposta costituzionale sulla separazione delle carriere approda alla Camera, ed è già scontro. Perché è stata affidata “solo” alla prima commissione, quella per gli Affari costituzionali. Esclusa del tutto la commissione Giustizia. Anche se proprio il contenuto del ddl di Carlo Nordio riguarda completamente proprio quella commissione. Che potrebbe sollevare subito una questione formale con il presidente della Camera Luciano Fontana.

Un’esigenza già sollevata dal responsabile Giustizia di Azione Enrico Costa che la settimana scorsa aveva scritto al presidente della commissione Giustizia, il meloniano Ciro Maschio, per sollecitare l’affidamento congiunto. Proprio come, al Senato, ha già teorizzato il presidente della prima commissione per gli Affari costituzionali Alberto Balboni, anche lui di FdI, ritenendo scontato il doppio affidamento. Che ovviamente è condiviso anche dalla presidente della Giustizia Giulia Bongiorno.

Come dice Costa “la scelta di assegnare la proposta di legge in sede referente in via esclusiva alla commissione Affari Costituzionali contrasta con il tema specifico in oggetto, il quale, disciplinando la separazione delle carriere dei magistrati e la distinzione degli organi di governo delle due magistrature - requirente e giudicante - presenta un impatto significativo su ambiti di stretta e assoluta competenza della commissione Giustizia”.

Basti pensare alle future audizioni, che ovviamente comprenderanno non solo gli esponenti dell’Anm, ma anche sia pm che giudici. Oltre ovviamente ai costituzionalisti e ai giuristi. Escludere la commissione Giustizia è una vera e propria anomalia. Ma non basta. C’è anche una questione di tempi che crea un caso politico. Perché la commissione Affari costituzionali dovrà trattare contemporaneamente anche il premierato, in arrivo alla Camera dopo il primo voto del Senato. L’esclusione della Giustizia, sotto entrambi i profili, risulta solo dannosa e destinato peraltro a creare sin da subito un conflitto all’interno della Camera stessa.

La decisione dell’affidamento alla sola prima commissione contrasta peraltro con l’accelerazione che sta caratterizzando il comparto della Giustizia. In aula, già il 4 luglio, arriva il ddl sull’abuso d’ufficio, nonostante la ressa dei decreti, in modo da garantirne il voto prima dell’estate, anche se si addensa l’annuncio di possibili voti segreti. Che potrebbero riservare delle sorprese, perché è ben noto che nel Pd i sindaci siano favorevoli all’abolizione.

Non solo. Sempre Costa chiederà che, come ordine del giorno, venga votata la sua proposta di legge sui soli 60 giorni concessi ai gip per esaminare una richiesta di arresto dei pm. Un tempo strettissimo. E una richiesta che è stata presentata da Costa subito dopo il caso Genova e i mesi utilizzati dalla gip ligure per autorizzare gli arresti del caso Toti. È già scontato che la maggioranza, nonché Italia viva, saranno favorevoli alla proposta Costa.