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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 1 settembre 2023

A Caivano, dove il 20,7% della popolazione è costituito da bambini e adolescenti, solo il 17% degli studenti delle primarie ha accesso alla mensa e solo il 30% può frequentare il tempo pieno. La violenza tra pari, come quella terribile avvenuta a Caivano, è una terribile vicenda che si annida in molteplici contesti sociali ed economici. Tuttavia, è incontestabile che nelle aree svantaggiate sia ancora più difficile avere accesso ai mezzi e agli strumenti necessari per prevenirla e per sganciarsi dalla spirale di coercizione e soprusi in cui chi la perpetra tiene le proprie vittime intrappolate.

Questo è quanto evidenzia Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia- Europa di Save the Children, sottolineando l’urgenza di intervenire e porre rimedio a questa situazione. In un territorio come Caivano, dove il 20,7% della popolazione è rappresentato da bambine, bambini e adolescenti - pari a 7.474 persone - emergono delle sfide significative. Solo il 17% degli studenti delle scuole primarie ha accesso alla mensa scolastica e solo il 30% può frequentare il tempo pieno. Questa carenza o mancanza di servizi contribuisce all’insuccesso scolastico nel corso degli anni. Nel gruppo di età tra i 25 e i 49 anni, appena il 38,4% ha conseguito il diploma di scuola superiore, contro la media nazionale del 46,6%.

Coloro che proseguono gli studi universitari sono solo il 9,3%, la metà rispetto alla media nazionale (18,6%) e notevolmente inferiore alla media provinciale (15,6%). Nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni, solo il 54,8% sta studiando, in confronto alla media nazionale del 62,3%, mentre solo il 14,5% è occupato, rispetto alla media nazionale del 20%. Poco meno di un terzo è parte dei “Neet” (Not in Education, Employment, or Training), con una percentuale del 30,7%.

Pensando al Parco Verde di Caivano, è inevitabile, anche alla luce dei dati, immaginarlo come un ghetto, in cui i servizi pubblici per i 6mila residenti circa sono ancora centellinati, la rete fognaria pessima, la raccolta rifiuti sporadica e la manutenzione degli alloggi assente. Il Parco Verde, inoltre, è diventato la succursale diretta delle piazze di spaccio nei quartieri di Napoli di Scampia e Secondigliano. Dopo la prima faida di Scampia, nel 2002, i gruppi del narcotraffico hanno deciso di abbandonare le zone troppo sorvegliate e al centro anche dell’attenzione dei mass media per collocarsi in questa parte della provincia.

Save the Children rileva che ci sono numerose ‘ periferie dei bambini’ in Italia, aree in cui si concentrano fattori di svantaggio. È da queste realtà che occorre partire per costruire una rete di protezione educativa adeguata alle necessità. In questa direzione, l’organizzazione chiede l’implementazione di ‘ aree ad alta densità educativa’, con un investimento straordinario previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Questi fondi mirano a fornire quartieri come Caivano di asili nido, scuole a tempo pieno, mense gratuite, spazi per attività sportive e ludiche. Questo costituirebbe un primo passo concreto per trasformare il volto delle zone a maggior rischio e per fornire supporto tangibile a coloro che, in queste comunità, si impegnano a favore dei minori. L’analisi di Save the Children su Caivano dimostra chiaramente come l’accesso limitato a servizi educativi e il contesto di svantaggio possano contribuire alla diffusione della violenza tra pari. Investire in educazione, servizi e infrastrutture nelle comunità svantaggiate rappresenta un impegno verso un futuro migliore, in cui i giovani possano crescere in ambienti sani e costruttivi.