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di Beppe Severgnini

Corriere della Sera, 10 settembre 2023

Anche nelle democrazie occidentali la libertà è a rischio. Non perché ce la vogliono portare via. Perché molti sembrano disposti a farne a meno. Il Tempo delle Donne, l’incontro di fine estate del Corriere, è giunto alla decima edizione. Quest’anno ha indicato come parola-guida “libertà”. La scelta potrebbe apparire scontata, e non lo è.

C’è chi interpreta la libertà come diritto di fare tutto ciò che passa per la testa. David Sedaris, scrittore satirico americano, dal palco della Triennale di Milano ha detto che per qualcuno, negli Usa, “libertà è poter sparare a un orso da un’auto in corsa”. Non sa che agli orsi sparano anche qui in Italia, sebbene li conoscano per nome (povera Amarena).

Al Tempo delle Donne ho fornito il mio piccolo contributo venerdì, parlando di libertà e maternità. Oggi, dal Festival della Comunicazione di Camogli, vorrei aggiungere un post-scriptum. Anche nelle democrazie occidentali la libertà è a rischio. Non perché ce la vogliono portare via. Perché molti sembrano disposti a farne a meno.

Non parliamo soltanto degli Stati Uniti, dove già si sentono i tuoni del temporale Trump in arrivo. Parliamo della nostra Italia, edonista e distratta. Ci sono connazionali per cui la libertà è sostanzialmente una seccatura. Bisogna scegliere, bisogna decidere, bisogna votare, bisogna sopportare: che noia. Meglio affidarsi all’autorità. Si occupi di tutto, e ci lasci in pace!

Il fascismo lo aveva capito al volo. Molta gente — la maggioranza, al tempo — era disposta a barattare la libertà con la tranquillità (apparente). Benito Mussolini, in un articolo sulla rivista “Gerarchia” nel 1923, scriveva: “La verità palese ormai agli occhi di chiunque non li abbia bendati dal dogmatismo è che gli uomini sono forse stanchi di libertà. Ne hanno fatto un’orgia...”. Cos’è seguito a questa stanchezza lo sappiamo: violenza, guerra, tragedia.

Oggi, cent’anni dopo, corriamo gli stessi rischi? Temo di sì. Per fortuna non si vedono in giro nuovi Mussolini (gli imitatori sono comici), ma la mancanza di orgoglio per la nostra democrazia quotidiana è evidente. Le idee di libertà che alcuni sventolano (libertà di non vaccinarsi! libertà di girare imbottiti di cocaina!) sono grottesche; la malcelata ammirazione con cui molti parlano di un dittatore feroce come Putin è sconvolgente. Non sono stupide, queste persone: sono incoscienti, superficiali, pigre. E questo è ancora più grave.