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di Fabrizio Bertè

La Repubblica, 5 novembre 2023

Il progetto “Giocare per diritto” è promosso dalla Uisp Sicilia. “Ciao papà, ci vediamo sabato”. Una frase che racchiude emozioni e sentimenti. Gioia e malinconia. E che rappresenta l’essenza del progetto “Giocare per diritto,” promosso dalla Uisp Sicilia e sostenuto dall’impresa sociale “Con i bambini”, attraverso il bando pubblico “Un passo avanti”. Un progetto che ha coinvolto ben otto istituti penitenziari della Sicilia: Palermo, Catania, Messina, Agrigento, Ragusa, Trapani, Enna e Giarre e che ha visto la realizzazione di laboratori, aree-gioco e attività sportive.

“E non solo - racconta Santino Cannavò, presidente della Uisp Messina e responsabile della cabina di regia territoriale del progetto Giocare per diritto - perché pian piano abbiamo coinvolto anche Barcellona Pozzo di Gotto e siamo riusciti a creare qualcosa di incredibile. Abbiamo restituito bellezza e dignità. E attraverso lo sport abbiamo creato momenti di unione e aggregazione tra le famiglie, ma soprattutto siamo riusciti a riavvicinare i figli ai genitori che stanno scontando una pena. In carcere, spesso, ci finisce chi è già stato emarginato dalla società. Ma il nostro sogno, sin dall’inizio, è stato quello di ridare vita e normalità a persone che ne hanno bisogno. E vedere padri e figli salutarsi al termine di una giornata ricreativa e dirsi “Ci vediamo sabato prossimo” è stata una grande vittoria per tutti noi”.

L’obiettivo? Restituire sorrisi e speranze: “Sentirci dire “Quando venite la prossima volta? Così possiamo rivedere papà”, è stata la cosa più bella - racconta Paola Piatta, educatrice sportiva della Uisp Messina - Per me, che sono un’educatrice, è un successo”.

E tra partite di mini-volley, attività motoria di base, corse, trekking e quattro calci a un pallone rinascono intere famiglie. E alla fine di ogni giornata i bimbi hanno preso in mano fogli, matite e colori e hanno raffigurato le loro giornate. Assieme ai genitori: “Mio papà sta in carcere - dice Jasmin, che ha 12 anni - E qui ci sono persone che possono e vogliono cambiare grazie allo sport. Questo progetto mi ha permesso di giocare a pallone con mio papà, di camminare con lui e correre assieme. Senza vederlo sempre dietro a un tavolino del carcere”.

Il progetto si concluderà il prossimo 30 novembre. Ma la Uisp, attraverso il suo presidente regionale Vincenzo Bonasera, ha lanciato un appello: “Giocare per diritto nasce per avere un prosieguo. I detenuti hanno sbagliato, ma bisogna dar loro la possibilità di non sbagliare più e restituire dignità a tutti”.

E la speranza è quella che il ministero della Giustizia possa magari prendere spunto e rilanciare questo progetto: “Abbiamo creato un modello virtuoso, sulla scia delle carceri nordeuropee - conclude Santino Cannavò - E attraverso le aree-gioco abbiamo anche riqualificato tanti spazi all’interno degli istituti penitenziari e favorito in questo modo la riduzione dell’impatto traumatico dei bambini con il carcere. Il momento che mi ha toccato di più? Mi ha commosso sentirmi dire da un ragazzino, dopo una giornata con il papà, che non faceva una passeggiata con suo padre da due anni e mezzo”.