di Liana Milella
La Repubblica, 18 novembre 2023
Meloni dice di essere “orgogliosa di questo importante pacchetto sicurezza”. Lei Armando Spataro che ne dice? “Certe forme di orgoglio sono per me incomprensibili. Le scelte del “pacchetto” appaiono in buona parte classificabili, ancora una volta, come forme di populismo penale. Si creano nuovi reati e il panpenalismo cresce, nonostante si affermi di voler semplificare il sistema-giustizia. Si inaspriscono le pene per reati già esistenti e ci si accredita come i custodi della tolleranza zero. E si inserisce il termine sicurezza nel titolo del provvedimento, com’è avvenuto innumerevoli volte negli ultimi quindici anni, in modo da poter dire alla gente ‘pensiamo noi alla vostra tranquillità’”.
La norma più criticata di tutte è quella delle donne recidive che rischiano di finire in carcere con i figli. A meno che non abbiano un anno, galera anche per loro...
“È uno degli esempi di quanto dicevo. Magistrati esperti di esecuzione della pena e il Garante dei diritti delle persone private della libertà Mauro Palma hanno ben spiegato che, pur essendo in qualche modo frequente il fenomeno delle borseggiatrici incinte, esso andrebbe prima contrastato con maggior presenza pubblica delle forze dell’ordine. E inoltre anche la Corte costituzionale ha spiegato che i minori vanno tutelati sicché, a prescindere dall’insufficienza delle case protette per le detenute madri, non si può accettare l’ipotesi di una diffusa permanenza in carcere dei bambini. E anziché la marginalizzazione, va perseguita l’integrazione, per quanto non facile, anche dei responsabili di certi reati”.
Per Piantedosi è “un po’ sgradevole” l’uso della maternità, ce l’ha con le rom, già vittime dei loro compagni…
“Il Ministro usi pure il suo lessico, ma spieghi con chiarezza a quali soggetti la norma si riferisce. È una legge contra personam?”.
Le armi, siamo al rischio Far West. Tutti gli appartenenti alle polizie potranno girare con un’arma propria. Parliamo di centomila persone armate anche se non sono in servizio e il ministro dell’Interno non vede rischi…
“Ci risiamo. Le strade dovrebbero essere piene di poliziotti e carabinieri armati, in servizio o fuori servizio, ma anche in pensione. Come dimenticare la filosofia delle “ronde”, tecnicamente “associazioni tra cittadini non armati al fine di segnalare alle Forze di polizia dello Stato o locali eventi che possono arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale”, che vennero previste nel disegno di legge denominato “pacchetto sicurezza” (guarda caso!) e definitivamente approvato all’inizio di luglio del 2009? E, al di là delle aspettative della Lega, c’era anche chi voleva istituire ronde di ex carabinieri e poliziotti. Un fallimento totale, anche perché la sicurezza pubblica è una funzione tipica affidata alle istituzioni dello Stato, come stabilito anche nell’articolo 117 della Costituzione, non un rito da tempo libero o da volontariato”.
Le manifestazioni vengono criminalizzate? Da 2 a 5 anni per chi colpisce un agente, basterà un pugno in un corteo....
“Credo che le forze dell’ordine sappiano ben fare il loro lavoro, anche in condizioni difficili, mantenendo il controllo anche di manifestazioni “turbolente”. Lo dimostrano fatti recenti. Queste possibili nuove pene non servono certo a renderne più “protetta” l’azione, né a dissuadere chi partecipa a cortei con propositi di violenza”.
Anche il reato di blocco stradale, imbrattare o deturpare un edificio pubblico è misura anti cortei? E cosa pensa della previsione di una pena elevata per chi occupa la casa di un altro? È un’altra misura anti poveri?
“Si tratta certo di reati che devono essere puniti, specie quando, nel primo caso, finiscono per danneggiare strutture di valore storico-culturale e nel secondo con il trasformarsi in una specie di “diritto di proprietà”. È giusto punirli, ma le pene devono rispettare il principio di proporzionalità rispetto al grado di offensività di tutti i fatti-reato che determinano la condanna. C’è da chiedersi se siano più offensivi questi reati o quelli commessi contro la Pubblica amministrazione: il reato d’abuso d’ufficio è punibile con la reclusione fino a quattro anni. Idem quello di malversazione di erogazioni pubbliche. Forse sarebbe più giusto, al di là del progetto di cancellare dal codice certi reati, aumentare le pene per queste condotte: il volto truce del legislatore sarebbe forse più guardabile”.
Questo governo fa la guerra ai migranti revocando la cittadinanza allo straniero condannato da 3 a 10 anni e punendo con 8 anni chi organizza rivolte nei Cpr e in carcere?
“Il tema del contrasto dell’immigrazione illegale è uno dei terreni su cui maggiormente si è scatenata, dal 2008 almeno, una politica securitaria che ha prodotto danni incalcolabili agli equilibri che devono caratterizzare ogni democrazia, con violazione di diritti e divieti sanciti dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo, dalla nostra Costituzione, da convenzioni sovranazionali e da leggi ordinarie. Gli ultimi provvedimenti del 2023, anche quello post-Cutro, ne sono un esempio. Nessuno, sia ben chiaro, può contestare la necessità di punire i reati che possono essere commessi nei Centri di permanenza e rimpatrio. Ma ci si deve chiedere se non siano anche il prodotto della trasformazione di quei centri in prigioni amministrative, dove la possibilità di esservi trattenuti a lungo cresce nel tempo. Li si renda vivibili, rispettando il diritto all’asilo e facendo funzionare i meccanismi per eventualmente riconoscerlo ai richiedenti in tempi brevi”
Il Daspo nelle stazioni dei treni e della metro a chi è stato condannato o solo denunciato per furto chi potrà mai realizzarlo?
“Non ne ho la minima idea, sarà difficile che riesca a farlo la polizia ferroviaria pur efficiente nei molteplici compiti di sicurezza che le sono affidati”
Per le truffe agli anziani ecco l’arresto in flagranza e una pena da due a sei anni. Solo una norma manifesto?
“Gli anziani vanno tutelati efficacemente come tutti i soggetti deboli. Questa nuova previsione è una delle poche che condivido, al pari di quelle che riguardano una più efficace protezione e tutela di nuova identità, anche fiscale, per collaboratori e testimoni di giustizia. I cittadini e chi li rappresenta devono rifiutare posizioni estreme, utilizzare informazioni attendibili e comunque prestare ogni possibile attenzione al rispetto dei diritti fondamentali delle persone. La ragione aiuterà a stare lontani da populismi di ogni segno, tra cui quello legislativo e quello giudiziario che pure esiste. Ma è certo che, se queste norme fossero approvate, la loro interpretazione (non facile visto il lessico usato) e la loro applicazione determineranno nuove accuse e polemiche nei confronti della magistratura”.