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di Giuliano Foschini

La Repubblica, 12 aprile 2022

Ci sono due parole dal sapore antico - eversione e terrorismo - che non devono e possono essere cancellate dal lessico pubblico italiano. Perché se in questi anni non hanno preso il sopravvento è soltanto grazie al fatto che una terza parola - prevenzione - è stata più efficace.

I numeri e le operazioni della Polizia nel 2021 dimostrano come la storia stia rioffrendo il fianco a una stagione orrenda e che soltanto l’intervento tempestivo delle forze di Polizia ha evitato disastri. La crisi economica dovuta alla pandemia ha riacceso focolai che sembravano spenti, riportando in piazza antagonisti di sinistra in alcuni casi e in altri quella destra eversiva che il 9 ottobre a Roma ha attaccato la sede della Cgil dopo aver provato anche ad assaltare Palazzo Chigi. Accanto a una tensione interna che cresce, l’allarme è salito anche sul fronte internazionale. La vittoria talebana in Afghanistan, prima, ha fatto rialzare l’allarme jihadista in Europa e nel nostro Paese. E, oggi, la guerra ucraina spaventa anche per i foreign fighter di ritorno.

Si diceva, però, che i numeri dimostrano che nulla è stato sottovalutato: in materia di terrorismo internazionale la polizia ha controllato 154mila persone, denunciandone 53 ed espellendone 59. Milleseicento sono state le persone invece denunciate dalle Digos nell’ambito delle operazioni nel contrasto all’antagonismo politico. “Due anni di pandemia - spiega il capo della Polizia, Lamberto Giannini, il poliziotto italiano più coinvolto nella lotta al terrorismo negli ultimi 20 anni - hanno notevolmente fiaccato il tessuto socio-economico nazionale rendendo, fra l’altro, gli italiani vulnerabili ad una controinformazione talvolta alimentata da gruppi estremisti intenzionati ad imprimere alla protesta una deriva anti-sistema. Gestire le dinamiche di piazza e contrastare le derive violente ed illegali è stato fondamentale”.

Il cuore è stata la saldatura del fronte no vax e la destra eversiva. Lo sa bene Diego Parente, direttore centrale della Prevenzione. “Le iniziative del variegato fronte “no vax” sono state oggetto di tentativi di strumentalizzazione in chiave violenta da parte dei gruppi estremistici sia di destra che di sinistra. In questo contesto, gli arresti di Castellino, Fiore e di altri esponenti di Forza Nuova, dopo l’assalto del 9 ottobre alla sede romana della Cgil, hanno senz’altro contribuito a riportare la protesta al suo alveo originale sottraendola agli appetiti dei gruppi più estremistici”. Il web è stato il campo di azione privilegiato. “Avere i riflettori accesi su quei gruppi che si ispirano ad ideologie nazi-fasciste e suprematiste e che hanno propagandato tesi negazioniste, xenofobe e ha permesso due arresti e circa 70 perquisizioni”.

“Intervenire prima” è la cifra di questo tipo di lavoro. E’ successo spesso quando la Polizia è intervenuta su soggetti - dal fiancheggiatore della strage di Nizza a combattenti dell’Is che vivevano anonimamente in Italia - potenzialmente pronti a colpire. “La vicenda afghana - spiega Giannini - è stata ampiamente utilizzata dalla propaganda jihadista, che la vede come una grande vittoria ottenuta grazie alla perseveranza dei mujaheddin ed all’aiuto divino. Sono quindi molto frequenti sul web gli inviti rivolti anche ai cosiddetti lupi solitari ad attaccare. Diversa è invece l’attuale situazione determinata dal conflitto ucraino. L’attenzione, anche in questo caso, deve essere indirizzata a cogliere ogni segnale di strumentalizzazione con finalità violente delle numerose e partecipate manifestazioni che si stanno svolgendo nel Paese da parte di compagini di diversa estrazione, anche con riguardo alle possibili derive negative che la guerra in atto ed il sistema di sanzioni stanno determinando nell’economia, ed al risorgere delle tematiche anti Nato. Contemporaneamente è necessario poter individuare le possibili infiltrazioni di soggetti noti per il loro background criminale e terroristico che arrivano in Italia”. Ucraini, russi. Ma non solo. “Possono esserci anche soggetti che risiedevano in Ucraina allo scoppio del conflitto, pur non essendo nati lì. Infine è necessario monitorare con attenzione il fenomeno dei foreign fighter italiani che spesso provengono dall’estremismo sia di destra che di sinistra”.