sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

La Nazione, 30 novembre 2024

L’importante progetto di formazione realizzato nel carcere di San Gimignano incontra la città. Si legge “Maschere e ombre”. Si traduce in ventuno scatti della prima mostra di fotografi “professionali” dei detenuti di Ranza e Volterra esposti in sala di cultura fino a domani. Volti e maschere al maschile, usciti per la prima volta fuori dalle sale di posa del corso di fotografia dalla casa di reclusione a Ranza e dal ‘Maschio’ di Volterra. A illustrare questi volti in posa fra ombre e maschere un giovane custode-detenuto-semilibero Pietro (nome di fantasia) calabrese 25 anni, oramai agli sgoccioli della pena dopo 15 anni, già in cerca di lavoro da giardiniere, con l’assessora Daniela Morbis, con delega fra l’altro al sociale, famiglia, alle politiche giovanili per questo evento con il contributo del comune su progetto ‘LibeRanza’ dell’associazione ‘Spazio Libero’ di Ranza del corso di fotografia professionale del 2023.

Grazie al sostegno e volontà per questi eventi culturali della direttrice Mariagrazia Giampiccolo, promotrice del progetto con le educatrici, educatori e il personale della polizia penitenziaria di Ranza. Una mostra delle ombre e le maschere che rappresenta il frutto del lavoro svolto all’interno della casa di reclusione di San Gimignano Ranza e Volterra, dai volontari di Spazio Libero Volterra: Mauro Fanfani, Roberto Fiorini e Stefano Cari, coordinati da Mirella Venturi nel 2024. La riflessione uscita dalla cinta di Ranza dove sono ospiti ogni giorno circa trecento detenuti in alta sicurezza e una quindicina di semiliberi.

“Preziosa anche la collaborazione della amministrazione comunale che ha accolto la proposta di allestire la mostra, proprio nei giorni in cui si celebra la Festa della Toscana, solenne ricorrenza per meditare sulle radici di pace e giustizia del popolo toscano - spiega soddisfatta l’assessora Daniela Morbis - che valica le porte del carcere per arrivare nel centro della nostra città e dalla ennesima conferma di come l’arte, soprattutto quando trova spazio tra le mura carcerarie, si rende portavoce dei grandi cambiamenti della società, con un’attenzione speciale dedicata all’importanza delle relazioni, all’ambiente, ai disagi dei giorni nostri, affinchè il futuro possa essere migliore per tutti”. Una mostra illustrata da Pietro applaudita e visitata da molti turisti.