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canale3.tv, 19 dicembre 2023

Inaugurato l’anno accademico del Polo Universitario Penitenziario dell’Università e dell’Università per Stranieri di Siena. “La mia notte, come quella di Ovidio. E la mia rinascita tra Iliade e Odissea negli anni dell’isolamento diurno, mentre a migliaia di chilometri di distanza mia moglie vive e ha vissuto sempre lontana ma sempre vicina a me, come “La ragazza di Bube” mandando avanti la famiglia fino a far diventare adulti i miei nipoti. Quindi, lo dico con forza, se volete punire un detenuto, fatelo studiare: quando si entra in carcere ci sentiamo noi le vittime, quando si apre un libro cresce in noi un senso di colpa senza fine. È lì che comincia la nostra punizione: studiando, imparando, comprendendo”.

È un uomo di quasi 70 anni, la maggior parte dei quali trascorsi dietro le sbarre, a parlare. Un uomo entrato in carcere che era ancora un ragazzo, troppo grande per le scuole medie che aveva a malapena portato in fondo, troppo giovane per quell’ergastolo che lo aspettava. Dalla Sicilia alla casa di reclusione di Ranza, la sua vita è stata un viaggio sempre e solo tra corridoi infiniti e celle piccole, da una struttura all’altra fino ad approdare a San Gimignano. È qui che ha conosciuto - come già era avvenuto ad altri detenuti prima di lui - la lettura e poi lo studio e, a breve, la laurea in letteratura latina, con il professor Alessandro Fo.

La storia del novello “Ovidio” - come lui stesso ama definirsi, avendo vissuto lui stesso metaforicamente l’addio del poeta a Roma - ha fatto da sfondo all’inaugurazione dell’anno accademico del polo universitario penitenziario dell’Università di Siena e dell’Università per Stranieri, occasione anche per sottoscrivere l’accordo per la creazione del primo campus universitario: “Oltre 80 gli studenti che partecipano ai corsi di laurea - ha commentato il rettore dell’Ateneo, di Pietra - siamo cresciuti moltissimo in pochi anni e questi sono numeri che fanno ben sperare perché i detenuti a Ranza sono 310 quindi oltre un terzo è impegnato nello studio. Sono i veri segnali della libertà di pensiero”.

“Parliamo di università della repubblica, di tutti voi perché le università non appartengono ai professori ma a tutti voi e credo che grandi artisti che hanno passato la vita a farsi domande sul valore delle loro opere sarebbero più felici oggi, qui, e troverebbero qui risposte anziché nei saloni dei milionari del mondo - ha commentato il rettore Montanari indicando celebri dipinti di Van Gogh che alcuni detenuti hanno riprodotto come murales sulle pareti del carcere- questo è un vero progetto di liberazione, guardando al futuro”.

All’evento, è intervenuta la scrittrice Mariolina Venezia, autrice dei romanzi che hanno ispirato la serie televisiva “Imma Tataranni - Sostituto Procuratore”. Hanno preso parte all’evento la Dottoressa Maria Grazia Giampiccolo, direttrice della Casa di Reclusione, i due delegati alle attività del polo universitario penitenziario, professoressa Antonella Benucci e professor Gianluca Navone ed è intervenuto il Dottor Pierpaolo D’Andria, Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria Toscana-Umbria. Ospite d’onore dell’evento la scrittrice Mariolina Venezia, autrice dei romanzi che hanno ispirato la serie televisiva “Imma Tataranni - Sostituto Procuratore”.

Presso la struttura carceraria da anni si tengono le attività didattiche del polo universitario penitenziario. Sono stati circa 100 gli studenti che hanno preso parte alle attività didattiche e durante lo scorso anno accademico i primi studenti hanno conseguito il titolo di laurea. Un momento significativo dell’inaugurazione è stato la sottoscrizione dell’accordo per la gestione del campus universitario. L’atto individua le modalità di accesso agli studi e lo svolgimento delle attività didattiche all’interno dell’istituto penitenziario.

L’incontro con Mariolina Venezia, del ciclo “Raccontami”, è stato un’opportunità per esplorare tematiche legate alle esperienze di vita, anche a partire dai personaggi dei suoi romanzi, e al ruolo della conoscenza e dell’educazione anche in contesti penitenziari. Il dibattito è stato coordinato da Antonella Benucci, docente dell’Università per Stranieri di Siena e Delegata per il Polo Universitario Penitenziario, e Alessandro Fo, docente del Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne dell’Università di Siena. Questo momento ha offerto un’opportunità per approfondire le tematiche trattate, creando uno spazio di discussione e confronto.