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di Luigi Ferrarella

Corriere della Sera, 20 gennaio 2023

Respinta la richiesta della questura. Il 20enne esponente di Ultima Generazione ha partecipato a vari blitz ambientalisti, tra cui quello alla Scala. Lui: “Chi si attiva per fare valere i diritti non è una persona da mettere sotto controllo”.

Otto blocchi stradali di una ventina di minuti con la minaccia di farsi investire, dal Grande Raccordo Anulare al valico del Monte Bianco; l’imbrattamento dell’Acquario di Genova, incollando le proprie mani al vetro della vasca; i secchi di vernice nella hall del Ministero della Transizione Ecologica; e da ultimo il lancio di vernice all’ingresso del Teatro alla Scala la sera della “prima”, per un totale di 21 tra denunce e violazioni dei Fogli di Via amministrativi dalle varie città: da ciò la Questura di Pavia ricavava la “pericolosità sociale generica” di Simone Ficicchia, 20enne attivista di “Ultima Generazione”, movimento ambientalista che negli ultimi mesi dichiara di attuare “gesti eclatanti per denunciare l’inerzia dei governi sul fatto che l’emergenza climatica costituisca un rischio per l’esistenza del pianeta”. E per arginarne il suo “essere dedito alla commissione di reati che mettono in pericolo la sicurezza pubblica”, la Questura chiedeva di sottoporre Ficicchia alla misura di prevenzione della “sorveglianza speciale” di polizia per un anno con obbligo di soggiorno nella sua Voghera.

Ma “per le misure di prevenzioni personali - osservano i giudici di questa sezione del Tribunale di Milano nel respingere ieri la richiesta - non sono sufficienti meri sospetti, ma vanno presi in considerazione fatti storicamente apprezzabili, che non possono essere desunti da risultanze investigative e di polizia che non si siano tradotte in provvedimenti giurisdizionali attestanti, quantomeno in termini di probabilità, l’effettivo verificarsi di quei comportamenti”. E invece, nel caso di Ficicchia, la proposta della Questura di Pavia di sottoporlo a sorveglianza speciale “si fonda su plurime denunce tutte ancora sub judice”, e anzi in quasi tutti i casi “neppure oggetto di procedimenti penali avviati dalle varie Procure, mentre gli “unici due instaurati a Milano e Firenze” sono per fatti “che non appaiono idonei, allo stato, a sorreggere” l’accertamento “dell’abitualità della commissione di reati”.

Tutto ciò “senza minimizzare la gravità degli episodi descritti nelle varie denunce”, chiariscono i giudici Rispoli-Cernuto-Spagnuolo Vigorita: per i quali “ciascuno di essi ha già pronta la risposta istituzionale sul piano della prevenzione, rappresentata dai diversi Fogli di Via emessi dai Questori delle varie città, e dall’Avviso Orale emesso dal Questore di Pavia il 9 giugno”. “Chi si attiva per fare valere i diritti propri e di tutti - commenta Ficicchia - non è una persona pericolosa da mettere sotto controllo”.