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di Alessandro Fioroni

 

Il Dubbio, 16 marzo 2021

 

Iniziativa della giustizia di Londra contro la moglie del raìs siriano Cittadina britannica, rischia l'estradizione se rinviata a giudizio. Anima nera del regime oppure semplice vittima dell'ingranaggio di un potere sanguinario che la relega ad interpretare la first lady del presidente Bashar al- Assad. È questo il punto su cui si dovrebbe apprestare ad indagare la Metropolitan police inglese che, già il 31 luglio dello scorso anno, ha ricevuto un rapporto particolareggiato corredato di documenti confidenziali sulle responsabilità nel genocidio siriano che avrebbe Asma al-Assad.

La documentazione è stata presentata dal gruppo di legali del Guernica 37 International Justice Chambers, specializzato in contenziosi transnazionali e diritti umani. Secondo gli avvocati dell'organizzazione Asma al- Assad, avrebbe incoraggiato la campagna terroristica attuata dal regime che ha scatenato il bagno di sangue in Siria Per Toby Cadman, fondatore di Guernica 37, la donna "è sospettata di aver incitato atti che hanno provocato la morte dei cittadini". In particolar modo per aver "incontrato le truppe, aver pronunciato dichiarazioni pubbliche, aver glorificato la condotta dell'esercito che ha provocato mezzo milione di morti e impiegato armi chimiche così come altre armi vietate (dalle convenzioni internazionali ndr.). Secondo gli avvocati per i diritti umani dunque Asma al- Assad "non è solo la moglie del presidente, ma ha esplicitamente condotto una campagna e ha partecipato attivamente ai crimini e quindi deve affrontare la giustizia".

Ma perché le accuse provengono proprio dalla Gran Bretagna? Asma al- Assad, oggi 45enne, è nata a Londra da genitori siriani e detiene dunque la doppia cittadinanza. Nel 2000, quando era ancora una funzionaria rampante per banche d'investimenti della City, ha sposato Bashar trasferendosi in Siria diventando madre di tre figli. Da allora è rimasta sempre al suo fianco espandendo rapidamente le sue strutture di di beneficenza e di affari, mostrandosi vicina agli ambienti militari ai quali non ha mai lesinato il suo sostegno, una posizione mantenuta anche nei momenti nei quali, durante la guerra civile, il regime sembrava sul punto di perdere completamente il controllo del paese. Se verrà dato seguito alle accuse la first lady potrebbe perdere la cittadinanza inglese o, nel peggiore dei casi per lei, essere estradata anche se sembra difficile vista la situazione di guerra e la difficoltà di un arresto.

Per Guernica 37 però il suo deferimento alle autorità di polizia britannica "è un passo importante per ritenere gli alti funzionari politici responsabili delle loro azioni e garantire che uno stato, attraverso un processo legale indipendente e imparziale, si assuma la responsabilità degli atti dei propri cittadini". In quanto cittadina britannica, scrivono gli avvocati sul sito web dell'organizzazione "è fondamentale che sia perseguita se le prove supporteranno l'accusa e non semplicemente privata della sua cittadinanza. Questo è un processo importante ed è giusto che la giustizia sia celebrata davanti a un tribunale inglese".

Per il momento la Metropolitan police non ha confermato l'inizio eventuale di un'istruttoria dichiarando solo che tutta la documentazione relativa è stata presa in carico dall'Unità sui crimini di guerra. In realtà le accuse contro Asma al Assad fanno parte di un ben più vasto atto d'incriminazione contro il regime siriano. Proprio in questi giorni si celebra i tristi dieci anni dall'inizio del conflitto civile datato marzo 2011. Da allora la guerra scatenata ha provocato almeno 500mila morti, oltre un milione di persone sono state gravemente ferite e oltre dodici milioni sono attualmente sfollate, internamente o in altri paesi. Il dato più agghiacciante è che più della metà della popolazione prebellica (23 milioni) è stata uccisa, scomparsa o è stata costretta a lasciare le proprie case. Un massacro pianificato deliberatamente dal regime di Bashar con atti di violenza organizzati per prendere di mira e reprimere, fin dall'inizio delle proteste antigovernative, i manifestanti e mettere a tacere eventuali critici all'interno della Siria. Guernica 37 ha spiegato che "gli attacchi sono di natura sistematica in modo da soddisfare gli elementi contestuali dei crimini contro l'umanità, così come i crimini di guerra, la tortura e altri atti disumani ai sensi del diritto internazionale".

Asma al - Assad sarebbe stata parte integrante del gruppo di potere che ha messo in piedi una tale strategia concretizzatasi in decine di migliaia di arresti arbitrari, detenzioni illegali, sparizioni forzate, maltrattamenti e torture utilizzando un'ampia rete di strutture di detenzione in tutta la Siria. Tra gli arrestati manifestanti pacifici e attivisti che hanno documentato le proteste, nonché giornalisti, operatori umanitari, avvocati e medici. Anche ora un gran numero di persone si trova detenuto mentre altre sono stati processate, anche davanti a tribunali militari e antiterrorismo, solo per aver esercitato i propri diritti.