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di Davide Varì

Il Dubbio, 23 dicembre 2023

Il viceministro della Giustizia parla dell’emendamento Costa e della riforma della prescrizione, che slitta a gennaio. “Il Terzo Polo? La maggioranza non cambia”. Prescrizione e legge-bavaglio “non sono riforme berlusconiane”: questa può anzi essere la “legislatura della riconciliazione” tra toghe e politica. Lo sostiene in una intervista alla Stampa il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto di Forza Italia. Che però dopo il voto all’emendamento di Enrico Costa non apre le porte al Terzo polo: “La maggioranza resta quella uscita dal voto”.

La discussione sulla prescrizione è slittata a gennaio: “C’erano altri argomenti all’ordine del giorno della Camera. Pura fisiologia parlamentare”. Le Corti d’appello dicono che la riforma ‘paralizza la giustizia’. “Nel merito - osserva il viceministro - le loro proposte presentano notevoli e gravi rischi di incostituzionalità, con violazione del principio di retroattività della norma sopravvenuta più favorevole al reo. E poi c’è una questione di metodo”.

“Quando sono arrivate queste critiche - racconta Sisto - il provvedimento era già in aula, ad un punto estremamente avanzato. Ora, in questa fase, non può che essere il Parlamento a decidere il destino del provvedimento. Ognuno ha il diritto di intervenire nel dibattito, ma non si può pensare di interferire con le dinamiche parlamentari della riforma. L’articolo 101 della Costituzione dice che i giudici sono soggetti soltanto alla legge, ma almeno a quella...”.

Tornando all’emendamento Costa che vieta la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare, Sisto spiega che ‘legge ‘bavaglio’ “è una sintesi infelice di una scelta matura del legislatore. Ma c’è di fondo un problema italiano. L’idea che il processo serva ad accusare. Non è così: il dibattimento accerta la verità. Per tutto quello che avviene prima della sentenza definitiva vige, ai sensi dell’articolo 27 della Carta, la presunzione d’innocenza”.

Rispetto al diritto di cronaca, “l’articolo 21 non prevede un diritto di cronaca indiscriminato, senza frontiere: deve essere rispettoso degli altri diritti costituzionali, a partire proprio dalla presunzione d’innocenza. Vietare la pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare non impedisce di dare notizie, ovviamente pertinenti a un procedimento, utili a informare su un fatto. Quello votato non e’ un divieto assoluto”. Tuttavia la sintesi giornalistica rischia di essere meno scrupolosa dell’atto stesso: “Le norme si scrivono per affermare dei principi, non in previsione delle possibili patologie. In questo frangente il bene protetto è la presunzione d’innocenza, meglio di non colpevolezza”, ha concluso Sisto.