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di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 27 gennaio 2023

La Giunta delle Unioni delle Camere penali ha espresso incondizionata solidarietà al professor Giovanni Fiandaca per la indecente aggressione verbale da lui subita nel corso della trasmissione “Atlantide” su La 7. “Il giornalista Saverio Lodato - si legge nel comunicato dei penalisti -, ospite della trasmissione, nel ricostruire il profilo degli intellettuali che egli considera fiancheggiatori della mafia ha inequivocabilmente fatto riferimento, pur non nominandolo, al professor Giovanni Fiandaca, citando testualmente il giudizio che egli diede della indagine del dottor Di Matteo sulla trattativa “Stato- mafia”: “una boiata pazzesca”.

L’Unione delle Camere penali, prosegue nella nota sottolineando che “non meno grave è stato il silenzio non solo dell’intervistatore, ma anche del dottor Di Matteo, presente in quella trasmissione. L’aggressività verbale e la sistematica denigrazione del pensiero diverso da parte di questi professionisti dell’antimafia in servizio permanente effettivo, ha superato ogni limite di decenza, non meno della vergognosa acquiescenza dell’intervistatore”. Infine i penalisti concludono: “Il professor Giovanni Fiandaca è un giurista insigne, maestro e formatore di intere generazioni di avvocati e magistrati: dargli del fiancheggiatore della mafia offre la più nitida fotografia della povertà di pensiero di questi signori e della inattendibilità delle tesi da essi sostenuti”.

Ma non sono solo gli avvocati a rivelare questi retropensieri oramai molto in voga. Durante la trasmissione “L’aria che tira” su La7 Armando Spataro, l’ex magistrato antimafia e antiterrorismo, ha criticato fortemente le modalità di comunicazione dello stesso Di Matteo e del suo ex collega, ora senatore grillino, Roberto Scarpinato. Ciò che Spataro stigmatizza è la narrazione dietrologica, priva di fatti. “Se sono cose che non si possono provare, è ebbene che magistrati ed ex magistrati si astengano dall’alimentare pulsioni inaccettabili”, ha sottolineato Spataro. Ha anche aggiunto: “Ho letto che Scarpinato parla di impedimenti che sono stati frapposti all’arresto, quando stava per avvenire, di Messina Denaro. Se lo sapeva come magistrato, mi chiedo perché non ha proceduto!”.