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di Damiano Alprandi

Il Dubbio, 29 giugno 2024

L’emergenza nelle carceri italiane raggiunge livelli sempre più allarmanti, con un nuovo tragico record di suicidi che sta scuotendo l’opinione pubblica e sollevando dure critiche all’operato del governo. Dall’inizio dell’anno, sono già 48 i detenuti che si sono tolti la vita, di cui 4 nelle ultime 48 ore. L’ultimo caso, avvenuto giovedì nel carcere di Frosinone, ha visto un giovane detenuto suicidarsi, inalando gas da un fornello da campeggio presente nella sua cella.

Un episodio che ha suscitato l’indignazione del garante regionale dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasìa. “Potremmo non sapere mai se si sia trattato di un suicidio o di una morte accidentale per abuso di inalazione di gas”, ha affermato Anastasìa in una nota. “Che si sia trattato di un suicidio volontario o involontario, si tratta comunque di un suicidio di un giovane ventenne, detenuto in attesa di giudizio, con problemi di salute mentale (nelle ultime settimane era stato ricoverato in ospedale per un trattamento sanitario obbligatorio)”. Ha proseguito Anastasìa: “Nel frattempo, tutto tace e il poco che sentiamo non ci piace: nuovi reati, pene più severe, l’idea che la sofferenza e le proteste in carcere debbano essere affrontate con misure forti: ordine, disciplina e ulteriori punizioni”.

Il Garante ha criticato l’inazione del governo nel risolvere la crisi di sovraffollamento nelle carceri. “Per settimane il governo annuncia un decreto che non c’è e, se mai arriverà, non cambierà le cose. C’è urgente bisogno di un provvedimento deflattivo per ridurre la popolazione carceraria ai soli autori dei reati più gravi, in un numero adeguato non solo agli spazi detentivi (nelle ultime settimane abbiamo ricominciato a vedere materassi per terra, per chi non riesce neanche ad avere una branda su cui sdraiarsi), ma anche al personale in servizio che, se tutto va bene, potrebbe gestire 40- 45.000 detenuti, non i 61.000 che ci sono adesso”.

Anastasìa ha chiesto un’amnistia e un indulto per i reati minori, una misura che è stata proposta anche dal deputato Riccardo Giachetti. “Tutti coloro che lavorano nelle carceri, dai giudici di sorveglianza al personale penitenziario, compresi gli agenti di polizia, i garanti e gli avvocati, sanno che solo un’amnistia e un indulto, limitati ai reati punibili fino a e compresi i residui di pena inferiori ai due anni, potrebbero ripristinare rapidamente condizioni di vita e di lavoro dignitose in carcere, ma il governo sta evitando anche la minima proposta del deputato Giachetti di aumentare i giorni di liberazione anticipata per i detenuti che si sono dimostrati disponibili alle proposte di trattamento dell’amministrazione penitenziaria. Se continuiamo così - ha concluso Anastasìa - sarà un’estate di lacrime e dolore. Mettetevi una mano sulla coscienza e fate la cosa giusta prima che sia troppo tardi”.

Il duro monito di Anastasìa evidenzia la grave situazione nelle carceri italiane, gravemente sovraffollate e sottoposte a carenze di personale. La morte del giovane detenuto a Frosinone è l’ennesimo tragico monito del costo umano di questa crisi. Tuttavia, le risposte del governo appaiono inadeguate di fronte alla gravità della situazione. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha annunciato alcune misure, tra cui una norma sui benefici penitenziari per i detenuti con buona condotta (senza sconti di pena), un aumento delle telefonate concesse ai detenuti da 4 a 6 al mese, e un piano per il trasferimento di detenuti stranieri verso istituti nel loro Paese d’origine. Misure che, secondo molti esperti e associazioni, non sono sufficienti ad affrontare l’emergenza in corso che merita azioni immediate.

Monica Bizaj e Marco Costantini dell’Associazione “Sbarre di Zucchero” hanno criticato duramente l’approccio del governo: “Non c’è più tempo! In carcere e di carcere si continua a morire nel frattempo, e non saranno queste norme a risolvere il drammatico problema di suicidi e sovraffollamento”. Hanno inoltre sottolineato come le misure proposte presentino notevoli difficoltà di attuazione, dalla carenza di personale per gestire nuovi padiglioni alla complessità degli accordi transnazionali necessari per il trasferimento dei detenuti stranieri.

L’Associazione ha quindi esortato il ministro Nordio ad adoperarsi per far approvare rapidamente la proposta di legge Giachetti/Nessuno tocchi Caino sulla liberazione anticipata speciale e a valutare un decreto urgente per deflazionare le presenze in carcere. “Altrimenti a fine anno saremmo costretti a parlare di strage annunciata ed a considerarvi colpevoli di essere rimasti inermi di fronte ad un dramma senza precedenti”, hanno affermato.

Il dibattito si fa sempre più acceso, con la consapevolezza che solo interventi rapidi e incisivi potranno evitare che l’estate 2024 si trasformi, come paventato dal garante Anastasìa, in “un’estate di lacrime e dolore”. Il governo ormai si trova di fronte alla dura e tragica realtà: deve prendere provvedimenti urgenti per affrontare il problema del sovraffollamento e garantire che tutti i detenuti abbiano accesso a condizioni di vita sicure e umane. Può partire dall’approvazione della proposta di legge sulla liberazione anticipata speciale presentata da Giachetti di Italia Viva e Nessuno Tocchi Caino. La votazione ci sarà il 17 luglio. Ma forse bisognerebbe anticipare la data.