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di Andrea Fabozzi

Il Manifesto, 5 dicembre 2023

Non sempre la retorica cialtrona dei demagoghi in perenne campagna elettorale produce guasti politici. A volte fabbrica vere e proprie tragedie e sparge dolore. Prendete il caso di Mario Roggero, condannato ieri a 17 anni di carcere in primo grado per un doppio omicidio. Ha sparato e ucciso due rapinatori all’esterno della sua gioielleria, a Grinzane Cavour, inseguendoli e accanendosi su uno dei due dopo averlo ferito. Gli è andata anche bene: gli sono state riconosciute le attenuanti per la provocazione. Secondo Salvini invece non gli è andata bene per niente così ieri ha protestato a tutto social perché “a meritare il carcere dovrebbero essere i veri delinquenti”.

Se intende i rapinatori del caso questo non è più possibile perché - due su tre - sono morti ammazzati. E il ministro sbaglia anche quando giura che Roggero “ha difeso la propria vita e il proprio lavoro”, perché i rapinatori, armati di coltello e pistola finta, stavano fuggendo quando il gioielliere li ha inseguiti e aperto il fuoco. Così è stato condannato, il comportamento da giustiziere non ricade in nessuna fattispecie di legittima difesa, nemmeno putativa.

Eppure Salvini, nella veste di legislatore oltre che di propagandista, aveva sostenuto e fatto credere il contrario. Durante il primo governo Conte convinse i 5 Stelle a votare una riforma per la quale, diceva, la difesa sarebbe stata “sempre legittima”. Ma è evidente che non può essere così, almeno fino a quando la destra non sostituirà la Costituzione con la legge della giungla. Lo scrivemmo allora e lo chiarì il presidente Mattarella, che promulgò la legge precisando che sarebbe stata applicata in modo “costituzionalmente orientato”. Il guaio è che qualcuno ha creduto a Salvini, di casi come quello di Roggero - capitato due anni dopo l’approvazione della legge - ce ne sono stati diversi. Tutti pistoleri, va detto, poi difesi rumorosamente dal ministro, qualcuno persino visitato in carcere o fatto salire su un palco. Ma nel frattempo abbiamo avuto nuove vittime e altri sparatori condannati. Solo Salvini è rimasto libero, a twittare.