sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Alberto Simoni

La Stampa, 2 marzo 2024

Sconterà qui la pena dell’ergastolo. Chico Forti, il 65enne ex velista e produttore televisivo, condannato per omicidio in Florida sarà trasferito in Italia. Lo ha annunciato la premier italiana Giorgia Meloni con un video diffuso poco prima di arrivare alla Casa Bianca dove ha avuto un bilaterale con Joe Biden. “Sono felice di annunciare che dopo 24 anni di detenzione negli stati uniti è stata firmata l’autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti, un risultato frutto dell’impegno diplomatico di questo governo della collaborazione con lo Stato della Florida e con il governo degli Stati uniti che ringrazio. È un giorno di gioia per Chico per la sua famiglia per tutti noi lo avevamo promesso lo abbiamo fatto e ora lo aspettiamo in Italia”, ha detto Meloni. I dettagli tecnici dell’intesa non sono ancora noti.

Nato a Trento nel 1959, Enrico Forti, detto Chico, era stato un ex surfista professionista ma nel1987 la sua parabola sportiva era malamente naufragata dopo un incidente e si era così dedicato a produrre documentari tv. Nel 1990 si era trasferito negli Stati Uniti. Forti era stato condannato nel 2000 all’ergastolo senza possibilità di condizionale per l’omicidio nel 1998 a Miami di Dale Pike, figlio di Anthony Pike dal quale l’imprenditore trentino stava acquistando il Pikes Hotel, a Ibiza. L’ipotesi era che qualcuno avesse informato Dale che suo padre, affetto da demenza senile, stava per essere raggirato da Forti. Venne condannato nel 2000 all’ergastolo che sta scontando a Miami.

Forti ha sempre proclamato la sua innocenza e si è definito vittima di un errore giudiziario. Ha sempre chiesto - non solo la revisione del processo - ma almeno la possibilità di scontare la pena, sulla base della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo, in Italia. Diversi governi italiani si sono attivati presso gli Usa per sbloccare la situazione. Nel 2020 con Di Maio alla guida della Farnesina i negoziati si erano intensificati e lo stesso ministro degli Esteri aveva annunciato che presto Chico Forti sarebbe potuto tornare in Italia. Ma la promessa è rimasta in sospeso sino ad oggi, per questioni burocratiche. Ieri il suo successore Antonio Tajani ha parlato di “straordinario risultato del Governo e della diplomazia italiana. Orgoglioso dei nostri funzionari. In silenzio continuiamo a raggiungere risultati importanti”.

Per chiederne il trasferimento in Italia si erano mossi molti personaggi pubblici e nel 2021 anche l’allora Guardasigilli Marta Cartabia, ma l’ostacolo principale era che in Italia in teoria non potrebbe scontare la pena comminatagli, in quanto abilitato a usufruire della libertà condizionale e di altri benefici. Giorgia Meloni aveva assunto una posizione netta a favore del rimpatrio. Da leader di Fratelli d’Italia aveva parlato più volte con la madre di Chico Forti, Maria, e lo zio, Gianni. Prima di diffondere il video Meloni ha chiamato Gianni dandogli la lieta notizia. “In ogni incontro fatto con lei - ha raccontato all’Ansa - negli ultimi cinque anni me l’aveva sempre promesse. Ha mantenuto la parola”.

Nel corso di una recente conversazione con La Stampa, lo zio che per anni ha guidato il fronte di coloro che chiedevano “giustizia per Chico”, aveva ammesso di essere ormai “un po’ sconfortato per i rinvii”, ma aveva promesso “che non si sarebbe mai arreso, anche se sono vecchio e qualcun altro dovrà portare avanti la battaglia”. A complicare lo scenario negoziale - dopo le aspettative create da Di Maio - era stata la discesa in campo per le primarie repubblicane del governatore della Florida Ron DeSantis. Fonti vicine al dossier avevano raccontato a La Stampa del “timore di DeSantis di dare il via libera al trasferimento di quello che per la legge della Florida è un condannato per assassinio”. Sarebbe apparso debole, la considerazione che una fonte diplomatica condivideva, dinanzi a un elettorato non sensibile alla questione. Non è un caso che nell’annuncio di Meloni sul trasferimento in un carcere italiano si ringrazi la Florida, lo Stato pienamente titolato a decidere e discutere con le autorità della vicenda.