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di Massimo Basile

La Repubblica, 8 novembre 2023

Continua il proibizionismo culturale: dietro le sbarre al bando tutti i volumi con le copertine rigide e centinaia di titoli considerati una minaccia alla sicurezza e agli obiettivi della riabilitazione. Peggio di un corpo in carcere c’è la mente in gabbia. Le prigioni americane hanno messo al bando decine di migliaia di libri, tra cui guide da otto dollari per cucinare burritos, tortillas alla cipolla, di maiale all’arancia e autobiografie comiche. Ridere, svagarsi, dissacrare, pensare in modo creativo sono viste tutte come attività eversive dentro e fuori dai penitenziari.

Ma nelle carceri la censura è andata ben oltre i divieti stabiliti da alcuni Stati conservatori per i cittadini su testi che parlano di razzismo e identità di genere. I detenuti sono ancora più penalizzati. Secondo Pen America, una delle più grandi no profit in difesa della libertà d’espressione, la Florida ha vietato 22.825 libri. È lo Stato con il maggior numero di titoli messi al bando. Al secondo posto, il Texas con 10.265. Terzo, il Kansas con 7.669 ma il dato non viene aggiornato da tre anni, per cui il numero potrebbe essere molto più alto. Tra i testi vietati, in gran parte ci sono romanzi con scene esplicite di sesso, libri d’arte, fotografici, manuali e riviste.

Detenuti hanno denunciato il mancato arrivo del New Yorker, la rivista letteraria e di reportage tra le più famose al mondo. Il libro più temuto dalle autorità carcerarie americane è “Prison Ramen: Recipes and Stories from Behind Bars”, prefazione di Samuel L. Jackson, un testo che spiega nel dettaglio come riuscire a cucinarsi piatti saporiti, pur stando dietro le sbarre, e trovare il modo di riderci su.

Il secondo libro più censurato è “Le 48 leggi del potere”, un saggio scritto da Robert Greene nel ‘98, più di un milione di copie vendute negli Stati Uniti, guida motivazionale ispirata dalla decisione di Giulio Cesare di attraversare il Rubicone e combattere Pompeo. E, naturalmente, un classico: “L’arte della guerra”, di Sun Tzu. Ma figurano anche il memoriale comico della comedian Amy Schumer, “The Girl with the Lower Back Tattoo”, vietato per i suoi contenuti sessuali e considerato, dallo Stato della Florida, “una minaccia alla sicurezza, l’ordine e agli obiettivi della riabilitazione” e “Anyone Can Draw” di Barrington Barber, un manuale che spiega in modo semplice come imparare a disegnare e farlo in breve tempo.

Secondo Pen, poiché mancano registri e dati aggiornati, la censura potrebbe essere molto più larga. Non entrano in carcere testi usati o spediti dalle librerie o quelli con copertina rigida. “Ma ogni idea è vista come una minaccia - dicono - anche la possibilità di creare, di allargare la propria visione”. I detenuti hanno denunciato da tempo questa situazione. Qualcuno di loro ha spiegato che vietare i libri in cella trasforma le carceri in zoo, ma non è stato ascoltato. “Stiamo assistendo - continua Pen - a uno spreco di tempo e di denaro pubblico per vietare alla gente di leggere. Questa censura deve finire”.