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di Luca Celada

Il Manifesto, 27 gennaio 2024

Nella notte fra giovedì e venerdì, agenti del Holman Correctional Facility hanno prelevato Kenneth Eugene Smith dalla cella dove aveva ricevuto le ultime visite della moglie, del figlio e dei parenti e consumato il suo ultimo pasto. Fissati i ferri regolamentari sopra l’uniforme arancione da detenuto, lo hanno accompagnato lungo i corridoi alla camera della morte dove, una volta immobilizzato, gli è stata apposta una maschera sigillante nella quale, tramite un tubo, è stato gradualmente pompato gas di azoto.

Il gas inerte è presente naturalmente nell’aria (al 78%) ma allo stato puro, senza ossigeno, provoca la morte per ipossia. Così alle 20:25, come riportato dagli atti, è morto asfissiato Kenneth Eugene Smith, 58 anni, condannato per omicidio: il primo detenuto ad essere giustiziato due volte.

GIÀ NEL 2022, infatti, Smith era stato legato ad una lettiga davanti ai testimoni seduti oltre il vetro. Alle esecuzioni non partecipa personale medico per il divieto degli ordini professionali e le operazioni sono in mano a personale carcerario. Per quattro ore, gli aguzzini del penitenziario avevano invano tentato di trovare una vena in cui iniettare i veleni previsti per l’esecuzione. Al termine di quattro ore di sofferenze, allo scoccare della mezzanotte era scaduto il mandato legale per l’esecuzione e gli agenti avevano dovuto porre fine alla lugubre procedura e ricondurre l’uomo in cella.

All’epoca si trattò della terza esecuzione fallita in quello stato. In un’intervista Smith aveva affermato di aver tremato per settimane prima di riuscire a rimettersi dall’esperienza. I suoi legali avevano fatto ricorso per sofferenze incostituzionali e avevano chiesto che la pena venisse sospesa alla luce del trauma subito. Ma l’Alabama non ha desistito e ha lavorato diligentemente per trovare un modo per eseguire nuovamente la sentenza ricorrendo, alla fine, ad un metodo letale mai prima utilizzato: il soffocamento con l’azoto.

Negli Usa la pena di morte è attualmente prevista dagli ordinamenti di 27 stati (e sostenuta dalla maggioranza della popolazione). Dal 1976 sono state eseguite 1582 sentenze (24 lo scorso anno) e vi sono ancora complessivamente circa 2300 detenuti in attesa nel braccio della morte. Dal 1982, il metodo prevalentemente usato è stata l’iniezione letale, fin quando sono divenuti sempre più scarsi i farmaci usati per questo scopo, come il pentothal, dato che molte aziende produttrici hanno ritenuto che fornirli fosse dannoso alla propria immagine. In alcuni casi come quello della Hospira (ora assorbita dalla Pfizer) che produceva tiopenthal nello stabilimento di Liscate, fuori Milano, l’interruzione è stata determinata anche dalle regole del governo italiano.

Nella macabra ricerca di modalità alternative per ammazzare efficientemente un essere umano, la scelta in alcuni stati è infine ricaduta sull’azoto, un metodo che perfino l’ordine dei veterinari americani ha escluso, salvo eccezioni per uccelli e, in certi casi, suini. Nel manuale deontologico si legge che il sistema non è idoneo “all’impiego per l’eutanasia dei mammiferi”. L’”azoto letale” è stato tuttavia autorizzato anche in Mississippi e in Oklahoma - altri stati come l’Idaho e lo Utah hanno riportato in vigore la fucilazione, mentre in altri ancora è tuttora utilizzata la sedia elettrica. La “procedura” di Smith è durata 22 minuti. I testimoni, compresi alcuni giornalisti e familiari del condannato e della vittima che aveva ucciso, hanno dichiarato che l’uomo ha avuto convulsioni per circa due minuti prima di perdere conoscenza e infine smettere di respirare. I legali di Smith avevano espresso preoccupazione per la possibilità di eccessiva sofferenza e crudeltà pari alla tortura. “Tutto come previsto”, si è invece limitato a commentare il direttore carcerario John Hamm. “Non abbiamo trovato nulla fuori dall’ordinario”.

Ovviamente non è stato possibile sperimentare preventivamente la procedura in cui Smith è invece servito da cavia, parole usate anche da Sonia Sotomayor, giudice della Corte Suprema americana, che ha espresso parere contrario a procedere. La maggioranza di togati conservatori sul tribunale costituzionale ha invece respinto il ricorso in extremis di Smith pochi minuti prima dell’esecuzione.