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di Massimo Basile

La Repubblica, 5 agosto 2023

Il destinatario è il governatore democratico della Lousiana, che si è espresso contro la pena di morte. Ma la commissione che si occupa della grazia ha inizialmente respinto la richiesta. Cinquantasei condannati a morte su cinquantasette in Louisiana hanno firmato una petizione senza precedenti con cui chiedono al governatore di commutare la loro pena in ergastolo. Il destinatario della petizione è il Democratico John Bel Edwards, il cui mandato scadrà a gennaio, e che a marzo si era espresso contro la pena capitale.

I condannati, tra cui c’è solo una donna, gli hanno chiesto di dimostrarlo con i fatti. Già 51 richieste di clemenza sono state presentate fino a due giorni fa alla commissione che decide sulla grazia e la rimessa in libertà. Ma in questo caso la richiesta è per un alleggerimento della sentenza, in quella differenza tra morire su una sedia elettrica o per iniezione letale o in carcere.

I detenuti hanno chiesto di finire i loro giorni dietro le sbarre, ma anche questa volta la commissione ha respinto la richiesta perché la domanda di clemenza deve essere presentata entro un anno dalla sentenza di un giudice in appello, come riportato da The Advocate. Ma in Louisiana non sono previste esecuzioni e l’ultima iniezione letale è avvenuta più di dieci anni fa.

La decisione si basa su un parere presentato la settimana scorsa dal procuratore generale, Jeff Landry, repubblicano e candidato alla carica di governatore. Landry è un ardente sostenitore della pena di morte e aveva già detto di essere contrario a qualsiasi atto di clemenza.

L’ergastolo, e senza possibilità di libertà condizionata, è considerato dal sistema della Lousiana come l’unica alternativa alla condanna a morte. “Guardando a questi casi collettivamente, il sistema carcerario è marcio”, ha commentato a The Advocate Cecelia Kappel, di Capital Appeals Project, che riunisce avvocati contrari alla pena capitale. “Queste domande - ha aggiunto - mostrano gli stessi problemi di disparità razziale, disabilità intellettuale, gravi malattie mentali, traumi, e anche innocenti ingiustamente condannati, che riguardano il caso Louisiana”.

L’iniziativa, che secondo le organizzazioni noprofit, non ha precedenti negli Stati Uniti, potrebbe davvero portare lo Stato del sud a una svolta: l’abolizione della pena di morte. Tecnicamente l’esecuzione capitale sta diventando sempre più difficile. La carenza di farmaci usati per l’iniezione letale ha finito per bloccare le condanne a morte. L’ultima risale al 2010, con Gerald Bordelon, un uomo che aveva ucciso la figlia acquisita di 12 anni. Prima di lui, era stato giustiziato un altro detenuto ma nel 2002. Due in ventuno anni.

Altri Stati continuano, invece, a portare avanti le esecuzioni, nonostante si trovino ad affrontare gli stessi problemi legati alla difficoltà nel reperire i farmaci: Texas, Missouri, Florida e Oklahoma quest’anno hanno già avviato la macchina della morte almeno una volta. Stanotte James Barnes, condannato per aver ucciso sua moglie e un’altra donna, è stato giustiziato con un’iniezione letale in Florida. L’uomo, 61 anni, stava scontando l’ergastolo per l’omicidio del 1997 di sua moglie, Linda, quando ha confessato lo stupro e l’omicidio nel 1988 di Patricia Miller, un’infermiera di 41 anni. È stato condannato a morte nel 2007 per l’omicidio di quest’ultima. Intervistato dal regista tedesco Werner Herzog per una serie televisiva del 2012 intitolata “On Death Row” ha confessato altri due omicidi per i quali non è mai stato accusato. È il quinto detenuto giustiziato in Florida nel 2023. In altri Stati, Mississippi, Utah e South Carolina, per tagliare i costi hanno reintrodotto vecchi sistemi da farwest, tipo il plotone d’esecuzione.