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di Viviana Mazza

Corriere della Sera, 8 dicembre 2023

L’azienda produce il famigerato AR-15, usato nella maggior parte delle stragi, e ha sede in Nevada, dov’è avvenuta l’ultima sparatoria. Le sorelle hanno comprato piccole quote azionarie. Quattro congregazioni di suore cattoliche hanno fatto causa al consiglio di amministrazione della Smith&Wesson per cercare di costringere l’azienda di armi a sospendere la produzione e la vendita di fucili d’assalto. Queste armi sono spesso usate nelle sparatorie di massa, 39 nel 2023, numero record negli ultimi 15 anni. La più sanguinosa in Maine, il 25 ottobre: 18 vittime a colpi di fucile d’assalto AR-15.

La denuncia è stata presentata martedì in Nevada, dove l’azienda è legalmente costituita, nello stesso giorno e stesso Stato in cui è avvenuta l’ennesima strage: tre persone uccise all’università di Las Vegas, non è chiaro con quale arma, da un professore 67enne che aveva fatto domanda di assunzione ma non era stato scelto (tecnicamente non è considerata una “sparatoria di massa”, in cui si contano almeno 4 morti escluso l’attentatore).

Le “Adrian Dominican Sisters” del Michigan, le “Sisters of Bon Secours” di Marriottsville in Maryland, le “Sisters of St. Francis of Philadelphia” e le “Sisters of the Holy Names of Jesus & Mary” dell’Oregon accusano i dirigenti di esporre la società a rischi di responsabilità legale e di violare intenzionalmente norme locali e federali. La particolarità del caso sta nel fatto che le suore fanno causa in quanto azioniste: è la prima causa intentata contro un consiglio di amministrazione per armi d’assalto. Hanno acquistato le azioni proprio per fare pressioni su Smith&Wesson, costringendola nel 2019 a redigere un rapporto sulla sicurezza, ma fallendo nel 2021 nel far sviluppare all’azienda una “politica dei diritti umani”. “Questi fucili non hanno altro proposito che l’omicidio di massa. Non sono armi per lo sport usate anche da membri delle nostre famiglie”, dicono le suore. Il loro avvocato traccia un paragone con gli oppioidi: “Come le aziende farmaceutiche sono state bastonate da cause civili e multe dopo anni di profitti per la vendita di pericolosi oppioidi, il consiglio di Smith&Wesson ignora deliberatamente l’esposizione della compagnia legata al marketing e alla vendita di armi create per omicidi di massa”.

I produttori di armi sono stati protetti da responsabilità nelle sparatorie di massa da una legge del 2005. Ma l’anno scorso la Remington, rivale di Smith&Wesson, ha accettato di pagare 73 milioni di dollari alle famiglie delle vittime della sparatoria nella scuola elementare Sandy Hook. Gli Stati di New York, Illinois e California hanno adottato leggi che vietano i fucili d’assalto o rendono più facile far causa, ma la Corte suprema e altri Stati si sono mossi per espandere il diritto alle armi. Martedì al Congresso i repubblicani hanno bloccato una mozione per ri-autorizzare l’Assault Weapons Ban, approvato nel 1994 ma “scaduto” 10 anni dopo. “Preghiamo per la fine delle sparatorie di massa con AR-15”, affermano le suore.