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Il Fatto Quotidiano, 2 ottobre 2021


C'è un angolo di inferno sulla Terra che si chiama Rikers Island. Si tratta di una prigione su una piccola isola a una manciata di chilometri in linea d'aria da Manhattan, sull'East River, tra il Queens e il Bronx. Ospita circa 6000 detenuti e pur potendone accettare fino a 7300, il continuo assenteismo di chi ci lavora rende molto dura la gestione di questi prigionieri. Per lo più si tratta di sospettati che non possono permettersi la cauzione e sono in attesa di giudizio, mentre in piccola parte ci sono anche persone che devono scontare condanne brevi. Tutti reclusi in una prigione dove da anni vengono denunciate violenze e trattamenti disumani, e dove la situazione negli ultimi mesi pare essere ulteriormente degenerata. I detenuti, che lamentano la mancanza di accesso a cibo, acqua e cure, sia mentali che fisiche, vivono tra la sporcizia e le loro feci. Inquietante anche il numero dei decessi collegabili alle condizioni di vita della prigione: solo quest'anno sono già dodici, metà dei quali suicidi.

Lunedì il sindaco Bill De Blasio si è recato per la prima volta durante il suo secondo mandato a visitare la struttura. È tra coloro che ne promuovono la chiusura, già prevista per il 2027, dopo 95 anni dalla sua apertura. Ma a quattro mesi dalla fine del suo termine, per De Blasio quella di Rikers Island forse non è una priorità. La visita di due ore del sindaco, senza incontrare i detenuti, è stata motivata più che altro dal grido di allarme lanciato da tre deputati democratici, tra cui Alexandria Ocasio-Cortez, che dopo un tour all'interno del complesso hanno chiesto l'intervento delle forze federali per fare fronte a quella che definiscono una crisi umanitaria e sanitaria (qui le infezioni da covid-19 sono il doppio rispetto alla media della città) che New York City non sarebbe in grado di gestire.

Uno dei deputati che ha visitato la prigione, Ritchie Torres, è il primo firmatario della lettera di denuncia, poi sottoscritta da tutta la delegazione democratica, in cui si chiede al presidente Joe Biden, al procuratore generale Merrick Garland e ai direttori dell'Ufficio federale per le prigioni e della Divisione diritti civili al Dipartimento di Giustizia di aprire subito un'inchiesta sulle condizioni di detenzione dei prigionieri nell'istituto. Una mossa che ha costretto De Blasio sulla difensiva. Il primo cittadino si è affrettato infatti a dichiarare in una conferenza stampa tenutasi poco prima della sua visita, che la città ha da poco messo in atto una serie di misure che hanno già avuto un impatto positivo sulla qualità della vita nella prigione. Tra queste, la creazione di nuove strutture per far fronte all'arrivo di nuovi detenuti e l'eliminazione del triplo turno per il personale chiamato a coprire i vuoti degli agenti penitenziari ormai tristemente noti per il loro assenteismo a Rikers Island.

Il candidato democratico che probabilmente sostituirà De Blasio dopo le elezioni del 2 novembre, Eric Adams, ha visitato Rikers Island a inizio settembre e si è già detto a favore della sua chiusura, oltre a chiarire che non approva il piano per la costruzione di nuove strutture di detenzione in altre località, proponendo un proprio progetto per la costruzione di unità dedicate unicamente a prigionieri con problemi mentali e abuso di sostanze stupefacenti. Sul versante opposto si è subito schierato invece il suo avversario, il repubblicano, Curtis Sliwa, che si oppone alla chiusura della prigione e vuole anzi moltiplicare le strutture detentive all'interno dell'isola. Comunque sia, chiunque si troverà a governare la città, non potrà fare a meno di fare i conti con questo vergognoso angolo d'inferno a due passi da uno dei centri urbani più famosi e ammirati nel mondo.

Chi invece è finalmente libera dalla sua invisibile gabbia dorata è la cantante Britney Spears. Qualche settimana fa aveva fatto notizia l'annuncio del padre Jamie che diceva di essere pronto ad abbandonare il ruolo di suo tutore legale, quando però "fosse stata l'ora". Precisazione non da poco e che di fatto non cambiava nulla nella vita della 39enne pop-star. Mercoledì invece un giudice di Los Angeles ha deciso che il momento di farsi da parte per Jamie Spears è proprio ora. Britney sarà ancora, anche se temporaneamente, sotto la custodia di qualcuno, in questo caso un ufficiale statale della California, ma pare che proprio questi, insieme all'avvocato ingaggiato dalla cantante la scorsa estate, sia deciso a fare luce sulle presunte illegalità commesse dal padre e dal suo team legale durante i 13 anni di custodia e controllo totale sulla vita e carriera della figlia.