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di Errico Novi

Il Dubbio, 19 luglio 2023

La procura generale della Cassazione ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di Cuno Tarfusser, che avrebbe agito di propria iniziativa senza informare la pg di Milano Francesca Nanni. La procura generale della Cassazione ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di Cuno Tarfusser, il sostituto procuratore generale di Milano che vuole riaprire il processo sulla strage di Erba.

L’azione disciplinare scaturisce da una denuncia della procuratrice generale di Milano Francesca Nanni, che contesterebbe al magistrato le modalità con le quali ha messo in dubbio la sentenza di condanna definitiva all’ergastolo per i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, accusati dell’omicidio dell’11 dicembre del 2006 di Raffaella Castagna, Paola Galli, Youssef Marzouk Raffaella Cherubini e del tentato omicidio di Mario Frigerio.

Lo scorso aprile Tarfusser aveva presentato un’istanza di revisione del processo, depositando una “relazione” conclusiva affidata al procuratore Nanni e all’avvocato generale Lucilla Tontodonati per le valutazioni di competenza. La richiesta dovrà comunque essere valutata dai giudici prima di un eventuale nuovo processo, ma la trasmissione alla Corte d’Appello di Brescia non è ancora avvenuta.

Secondo il magistrato, le prove per cui sono stati condannati Rosa e Olindo sarebbero maturate in “un contesto che definire malato sarebbe un esercizio di eufemismo”. A convincere il pg della necessità di una revisione sono state anche due consulenze che gli hanno sottoposto gli avvocati Fabio Schembri e Paolo Sevesi il 14 febbraio scorso, “alla cui stesura hanno contribuito diversi accademici, tutti luminari della rispettiva materia tecnica e scientifica, le quali, alla luce delle più moderne e recenti tecniche e metodologie, comunque successive alla fine della prima decade del secolo, e quindi dei fatti oggetto del processo, hanno analizzato le due prove dichiarative, ovvero il riconoscimento e le confessioni dei due condannati e una consulenza Tecnica biologico-genetica forense che, ad oltre 16 anni di distanza, ha riesaminato e rivalutato alla luce dell’enorme sviluppo tecnologico e metodologico che ha avuto la materia in questi anni, la tecnologia e la metodologia utilizzata allora per il repertamento”. “Le dichiarazioni auto accusatorie di Olindo Romano e Rosa Bazzi sono da considerarsi false confessioni acquiescenti”, ha spiegato Tartufesser, secondo cui questo è “il risultato cui giungono i consulenti” sulla base dei “più recenti ed avanzati dati scientifici che corrispondono ai criteri che, se mancanti, rendono le confessioni, false confessioni”.

Ma ora la procura generale contesta a Tarfusser proprio i contatti con i difensori Schembri e Sevesi, avvenuti senza delega da parte di Nanni. Che non sarebbe stata informata dell’iniziativa. L’accusa è di aver “violato i doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio”, depositando l’istanza di propria iniziativa “in palese violazione del documento organizzativo dell’ufficio che assegna all’Avvocato generale e al Procuratore generale” la facoltà di richiedere la revisione di sentenze. Una contestazione mossa anche dal procuratore di Como Massimo Astori, che nel processo di primo grado rappresentò l’accusa. Per Astori l’iniziativa di Tarfusser “stupisce” per i tempi, visto che è stata “rapidamente e integralmente divulgata prima della sua trasmissione alle autorità”. Da parte sua Tarfusser sostiene di aver scritto via mail alla pg Nanni per parlargliene in un incontro urgente, senza ottenere risposta. Mail nelle quali, replica Nanni, non vi era alcun riferimento esplicito alla strage di Erba.