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di Riccardo Bruno

Corriere della Sera, 12 gennaio 2024

Il giornalista: “La loro confessione fu estorta, sono caduti in trappola. Per l’accusa, quei due disgraziati hanno imbrattato di sangue tutto l’appartamento della strage. Ma nella loro abitazione non è stato trovato neppure un panno sporco”

Direttore, lei ha sempre creduto nell’innocenza di Olindo e Rosa...

“Lo ripeto da 17 anni. La mia sensazione è sempre stata quella di un’inchiesta molto imbrogliata, condotta in modo pedestre. E ci sono degli elementi oggettivi che contrastano con la colpevolezza di quei due - è convinto Vittorio Feltri, direttore editoriale de Il Giornale. Ho seguito bene il processo di primo grado, mi è sembrato molto lacunoso. Sono rimasto al vecchio motto latino in dubio pro reo. In questo caso non è stato così”.

Qual è stato il primo elemento che l’ha spinta a dubitare della versione ufficiale?

“Quando ho cominciato a seguire l’inchiesta ho notato subito che era piena di contraddizioni. Ad esempio: secondo l’accusa, quei due disgraziati hanno imbrattato di sangue tutto l’appartamento dove hanno compiuto la strage. Però la loro abitazione era pulita, non è stato trovato niente, neppure un panno sporco”.

Ci sarebbe la traccia di sangue trovata nella loro auto...

“Esiste a parole ma nei fatti non c’è. Sono tutte cose inventate, è tutto vago, abborracciato”.

Un ruolo determinante alla base delle condanne nei tre gradi giudizio l’ha avuto la testimonianza di Mario Frigerio, scampato alla strage.

“Quando è stato interrogato la prima volta non ha accusato Olindo. Lo ha fatto in un interrogatorio successivo, 10 giorni dopo. Io non posso sapere come siano andate effettivamente le cose, ma osservo che c’è una serie di elementi che contrasta con la logica”.

Lei è un garantista ad oltranza, in questo caso però ha difeso quelli che per tutti (o quasi) erano i “Mostri”. È stato difficile?

“Io faccio il giornalista, quando scrivo non mi aspetto il consenso o gli applausi. Dico quello che penso, poi uno ci può credere oppure no. E, in tutta sincerità, di fronte a questo caso, ho sempre avuto delle enormi perplessità”.

Olindo e Rosa hanno confessato i delitti, anche se poi hanno ritrattato. Difficile non tenerlo in considerazione in fase di giudizio.

“La loro confessione è stata estorta. Sono due deficienti, nel senso che non sono preparati né dal punto di vista lessicale né da quello logico. Sono caduti in trappola come dei poveri cristi”.

Ora ci sarebbero elementi nuovi a loro discolpa, ma anche in base a quanto già acquisito il magistrato Cuno Tarfusser aveva presentato istanza di revisione.

“L’ho letta. Ha fatto un lavoro certosino di cui bisognerà tenere conto. Sono gli stessi miei dubbi, che lui ha mostrato in modo magistrale”.

Ci sarà un quarto processo. Come crede che finirà?

“Sono convinto che verranno assolti. E in tal caso bisognerà concludere che la giustizia, a volte, fa delle cose assurde e sbagliate”.

Lei sostiene anche l’innocenza di Alberto Stasi, riconosciuto colpevole della morte della fidanzata Chiara Poggi.

“In questo caso la situazione si potrebbe dire comica se non fosse tragica. Stasi è stato assolto in primo e secondo grado, e condannato in Cassazione. Vuol dire che i giudici di terzo grado hanno dato degli imbecilli agli altri”.

Ipotizziamo che Olindo e Rosa verranno assolti. Nessun risarcimento potrà compensare quanto subito...

“Questo è evidente. Però meglio tardi che mai”.