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di Errico Novi

Il Dubbio, 15 febbraio 2023

Intervista al magistrato Guido Salvini: “Non ci si è resi conto di aver favorito, tra gli anarchici, un’idea di martirio con relativo processo di emulazione”. La politica ci casca sempre. “Sembra preferire soluzioni di estrema intransigenza alle vie ragionevoli”. A dirlo non è un firmatario dell’appello per la revoca del 41 bis ad Alfredo Cospito. A deplorare il fatto che nel governo e in generale nel dibattito fra i partiti non sia prevalsa l’idea di assegnare l’anarchico “al più adeguato regime dell’Alta sicurezza 2” è un magistrato, Guido Salvini. In servizio come gip presso il Tribunale di Milano, da anni Salvini è considerato anche uno tra i più acuti e impietosi analisti della politica giudiziaria. Già nei giorni scorsi, con un intervento sul Foglio, il giudice aveva segnalato la “povertà della classe dirigente”.

Insomma, ce lo lasci dire, dottor Salvini: ci volevano i magistrati, la Procura generale della Cassazione e prima ancora la Procura nazionale antimafia, perché il Paese uscisse dalla trappola Cospito...

Mi sembra che gli ultimi sviluppi stiano portando la vicenda Cospito sulla strada più razionale che è nell’interesse di tutti, con soluzioni che il ministero non è riuscito a intravedere.

È stato opportuno tenere un anarchico in quel regime del 41 bis concepito per i capi della mafia stragista?

Premessa: Cospito non è un rivoluzionario romantico ma è quanto di più lontano si possa immaginare dall’anarchismo sociale di militanti come il ferroviere Pino Pinelli. È un nichilista, predica la distruzione di qualsiasi assetto sociale, che non può non essere, secondo lui, né riformato né sostituito, nemmeno con una rivoluzione. Qualsiasi sistema, Cospito lo sostiene in più di un’intervista, va semplicemente demolito. Non si comprende per fare posto a che cosa.

Idee estreme, violente, con venature surreali: ma chi ha idee del genere va destinato al 41 bis?

Ecco, bisogna comprendere che uno strumento quale il 41 bis è decisamente inadatto a isolare un detenuto di questo genere. Si tratta di un regime inadeguato, soprattutto a impedire gli effetti imitativi che sono tipici nell’ambiente di riferimento di Cospito.

Cioè il 41 bis ha fatto da cassa di risonanza?

Non ci si trova dinanzi al capo di un’organizzazione come quelle mafiose, o comunque assimilabile ai gruppi criminali in cui il capo detenuto deve poter continuare a dirigere i propri uomini e a controllare il territorio. Gli anarchici informali non agiscono su indicazione di vertici ma si basano semplicemente sull’imitazione anche anonima, cioè sul compiere azioni di affinità con quelle che hanno compiuto altri compagni in qualsiasi altro luogo. L’effetto paradossale che si è creato nelle ultime settimane è stato quello di moltiplicare l’immagine e quindi i possibili imitatori di Cospito, i suoi potenziali followers, come già si è visto con le azioni avvenute in vari paesi. Con un ingrediente che ha ulteriormente agevolato il proselitismo?

Quale?

Il martirio. Che, non si è riusciti a comprenderlo, è un vettore potentissimo nel determinare altri all’azione. Con tutte le necessarie e doverose distinzioni, è un processo che ritroviamo persino nella vicenda del Cristianesimo, nella quale forse sarebbe il caso di cogliere insegnamenti anche strettamente storiografici.

E quindi ora come si rimedia a questa incredibile raffica di autogol?

La via per uscire da questa situazione paradossale mi sembra sia quella in qualche modo prospettata dello stesso parere della Direzione nazionale antimafia e più decisamente, forse, da quello della Procura generale presso la Cassazione. In sostanza la collocazione di Cospito può essere non quella del 41 bis, appunto, perché Cospito non è il capo di una associazione mafiosa per il quale sia preminente recidere i contatti con l’esterno, ma in quella categoria carceraria che si chiama As2, e cioè l’Alta sicurezza, un regime comunque rafforzato e in cui sono normalmente collocati i detenuti per reati di terrorismo.

Cospito metterebbe fine allo sciopero della fame, e lo Stato metterebbe fine alla meccanica del martirio che ha prodotto un’emulazione planetaria: giusto?

L’As2 è un regime nel quale, con gli strumenti di controllo previsti, possono essere comunque seriamente monitorati i contatti con l’esterno ma nello stesso tempo non vigono quelle restrizioni relative alla vita carceraria quotidiana, al vitto, alla lettura di libri e giornali e alle altre attività, che di fatto trasformano il 41 bis in una pena accessoria. Quella dell’Alta sicurezza è la soluzione che sembra profilarsi anche tenendo conto del fatto che il detenuto pare aver rinunziato, in questo momento, alle modalità più estreme dello sciopero della fame che conduce da molto tempo.

Addirittura il governo aveva invece già prefigurato l’ipotesi di un’alimentazione forzata, al punto da aver interpellato a riguardo il Comitato di bioetica...

Bisogna assolutamente evitare di giungere a un punto in cui si ponga il dilemma se applicare o no al detenuto la nutrizione forzata, un problema che sarebbe di difficile soluzione, che susciterebbe scontri e contrasti anche ai più alti livelli politici e che effettivamente sarebbe di non facile gestione. Da un lato, infatti, la Corte europea dei diritti dell’uomo non esclude l’alimentazione forzata, seppur solo quando le condizioni del detenuto siano davvero ad altissimo pericolo e l’alimentazione sia effettuata con il minimo coefficiente di violenza. Ma dall’altro lato la dichiarazione anticipata di trattamento, la Dat già redatta da Cospito in cui il detenuto afferma il rifiuto esplicito di qualsiasi tipo di nutrizione forzata anche quando perdesse conoscenza e si trovasse in una situazione di imminente pericolo di vita porrebbe quesiti ardui da risolvere. L’autorità politica e l’autorità giudiziaria, le cui competenze si intersecano, finirebbero in una situazione in cui sarebbe difficile trovare una via d’uscita indolore.

Ci si è fatti irretire dal solito moloch giustizialista?

Il fatto che un caso come quello di Cospito, in incubazione da mesi, abbia causato le più gravi polemiche in Parlamento da quando si è insediato il nuovo governo è purtroppo indicativo di una certa inadeguatezza e impreparazione della classe politica, che sembra preferire atteggiamenti di estrema intransigenza alla capacità di trovare quello che non è per nulla un cedimento ma una soluzione del tutto ragionevole. E che andava praticata subito, prima che si profilasse il rischio di precipitare in una situazione con poche vie d’uscita.

La Procura generale chiede l’annullamento con rinvio al Tribunale di sorveglianza. Ma la Cassazione può anche accogliere immediatamente la revoca del 41 bis sollecitata dalla difesa di Cospito?

Certo, tecnicamente è possibile. Ma l’esito probabile sembra un annullamento con rinvio in cui la Corte di Cassazione chieda al Tribunale di sorveglianza di motivare meglio la scelta di confermare il 41 bis, avvenuta nonostante fossero possibili adeguate soluzioni alternative