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di Paola Balducci

L’Espresso, 20 ottobre 2023

Insieme con interventi di tipo sanzionatorio e repressivo è necessario investire nella prevenzione e nel recupero. Serve agire sulle famiglie fragili e col supporto delle scuole. L a devianza minorile e, nello specifico, la criminalità giovanile rientra tra le problematiche che destano maggiore preoccupazione a livello sociale. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a eventi tragici di fronte ai quali è nostro dovere chiederci quali siano le lacune da colmare.

Sicuramente appare necessario pensare a sanzioni ad hoc per i minori, differenti da quelle per gli adulti, che tengano in considerazione la condizione evolutiva e ne accompagnino uno sviluppo adeguato. È fondamentale promuovere forme di giustizia riparativa che permettano di far acquisire al minorenne coscienza e consapevolezza del disvalore arrecato alla vittima, indirizzandolo verso una maggiore responsabilizzazione e rappacificazione con la società. La previsione di nuove norme è importante, ma non è sufficiente.

Accanto ad interventi di tipo sanzionatorio e repressivo è necessario investire nella prevenzione e nel recupero. Più spazio, infatti, andrebbe riservato al rafforzamento di strumenti educativi. La famiglia, come luogo dove si sviluppa la personalità del minore, e la scuola, dove si apprendono le prime regole della convivenza sociale, hanno un ruolo fondamentale nell’educazione delle nuove generazioni. Tuttavia, assistiamo ancora oggi ad un fenomeno, quello della dispersione scolastica che continua a destare preoccupazione.

I dati presentati dalla Relazione al Parlamento 2022 dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, sono allarmanti. Insieme con interventi di tipo sanzionatorio e repressivo è necessario investire nella prevenzione e nel recupero. Serve agire sulle famiglie fragili e col supporto delle scuole ficate o che sono disoccupati. Tra gli studenti stranieri il tasso di abbandono è risultato tre volte maggiore di quello degli italiani, con pesanti divari tra il Settentrione e il Meridione. In ragione di ciò, è necessario investire risorse per rendere eccellenti le scuole e i servizi frequentati dai minori che vivono in condizioni di particolare vulnerabilità.

Inoltre alle famiglie più fragili dovrebbero essere offerti interventi su misura da parte di équipe multidisciplinari. Per combattere il dilagare della devianza minorile, è imprescindibile l’intervento congiunto e sinergico di tutti i protagonisti della nostra società, istituzionali e no, finalizzato ad eliminare ogni singolo fattore che contribuisca a creare i presupposti per lo sviluppo del fenomeno. Sarebbe opportuno - e questo è un lavoro che deve essere svolto a livello Istituzionale - promuovere iniziative didattiche, culturali, sociali improntate alla valorizzazione della cultura della legalità in ogni ambito del vivere civile.

Sul punto, è fondamentale dirottare i fondi del Pnrr non solo in impianti edilizi ed informatici, bensì nella costituzione di istituzioni socio-sanitarie formate da un maggior numero di psicologi e psicoterapeuti che siano in grado di gestire le innumerevoli problematiche che caratterizzano gli adolescenti di oggi. Essenziale, altresì, sarebbe la previsione di équipe multidisciplinari formate da dirigenti scolastici, assistenti sociali, giudici minorili, psicologi, educatori di strada e di comunità che dovrebbero trovare soluzioni all’interno di un progetto condiviso in un’ottica sanzionatoria - per fornire la percezione del limite - ed educativa per offrire al minore un esempio di buone prassi e comportamenti per vivere in modo costruttivo all’interno della società. Bisogna agire oggi, prima che sia troppo tardi, con la consapevolezza che i minori sono i protagonisti del futuro.

*Avvocata, componente della Commissione per la riforma del processo penale