sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

di Debora Serracchiani*

Il Dubbio, 5 dicembre 2023

Caro Direttore, nei giorni scorsi ho letto un contributo su questo giornale in cui si affermava che, sui temi penitenziari, la penserei esattamente come l’on. Delmastro Delle Vedove. Colgo l’occasione per chiarire che non è affatto così, né per me, né per il Partito democratico. Il nostro faro è stato sempre il fine rieducativo della pena, scolpito nell’articolo 27, comma 3, della Costituzione: al fondo di quella splendida norma vi è la consapevolezza che ciascuno, anche chi si è macchiato dei reati più gravi, ha diritto ad avere una nuova opportunità. E si ricollega a quella previsione (art. 3, comma 2, Cost.) secondo la quale la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo umano di tutti i cittadini, anche dell’autore del reato.

Al contrario, l’on. Delmastro risulta firmatario - insieme alla Presidente del Consiglio Meloni - di un disegno di legge costituzionale di modifica dell’art. 27, comma 3, Cost. che mira a riaffermare la logica di prevenzione generale e di difesa sociale (C 3154/2021). Da questa differenza siderale sui principi, discende una prassi politica che è altrettanto sideralmente distante. Le proposte concrete e i provvedimenti valgono a dimostrarlo.

Sono stata prima firmataria della legge sulle detenute madri che, come noto, pur essendo in quota opposizione, è stata a tal punto stravolta dalla maggioranza da costringerci a ritirarla. Tale la determinazione di questo Governo, che nel recente pacchetto sicurezza è stata prevista la norma che stabilisce che le donne incinte e i bambini fino ad un anno di età possano essere reclusi.

Ho sottoscritto la proposta di legge a prima firma del collega Riccardo Magi sulla istituzione di Case di reinserimento sociale, destinate ad accogliere le persone che debbano espiare pene detentive non superiori a dodici mesi, nonché i detenuti e gli internati assegnati al lavoro all’esterno e i condannati in regime di semi libertà.

Abbiamo depositato a mia prima firma una proposta di legge che si occupa della questione della salute mentale e che affronta il problema dei detenuti psichiatrici, la cui condizione nelle carceri italiane è disumana. Abbiamo presentato più volte emendamenti tendenti a ripristinare i fondi dell’edilizia penitenziaria, assolutamente insufficienti per la manutenzione ordinaria e tantomeno straordinaria dei siti spesso fatiscenti.

Mi sia permesso, inoltre, ricordare che il mio partito si è fatto promotore di una profonda depenalizzazione (con i decreti legislativi del 2016), nonché ha supportato la depenalizzazione in concreto con l’estensione della punibilità nella riforma Cartabia ed oggi lavora al tema della esecuzione della pena recuperando ed aggiornando l’ottimo lavoro svolto dalla commissione guidata dal prof. Giostra.

Leggo infine che dovrebbero sembrarmi dei “pericolosi sovversivi per eccesso di garantismo”, il Ministro Carlo Nordio e il Vice ministro Francesco Paolo Sisto. Stiamo parlando degli stessi autorevoli membri del Governo che da quando si sono insediati non hanno fatto altro che introdurre nell’ordinamento nuovi reati? Basterebbe citare, fra gli altri, il reato di rave, il decreto Caivano con lo stravolgimento del nostro processo minorile e del principio che il carcere per i minori debba essere la extrema ratio, dell’imbrattamento di beni comuni, dell’occupazione abusiva di immobili, il recente decreto immigrazione, della gestazione per altri come reato universale...

E che dire del reato di rivolta nelle carceri con pena prevista anche in caso di resistenza passiva? O dell’idea di trasformare in carceri le caserme dismesse per far fronte a un sovraffollamento al 121%? A conti fatti, io auspicherei che il ministero Nordio fosse coerente con i principi garantisti che esibiva prima di diventare un guardasigilli giustizialista.

La distanza fra me e il sottosegretario Delmastro Delle Vedove è evidentemente abissale, con riguardo ai comportamenti, ai principi e all’azione politica. Così come distante sono il suo ed il mio partito sui temi di cui ho più sopra scritto. Delmastro e il suo partito praticano un panpenalismo emozionale, funzionale alla ricerca del consenso. Il sottosegretario fa parte di un Governo che si accanisce contro i più deboli e gli ultimi, che mal tollera il fastidio di chi li mette in discussione sul terreno dei diritti, della giustizia e del garantismo. È anche per questo che io e il mio partito continueremo ad esercitare a testa alta la nostra prerogativa di ingresso e visita nelle carceri italiane.

*Deputata del Pd e componente della commissione Giustizia e della bicamerale Antimafia