Il Centro, 22 settembre 2019
La mancata attivazione del reparto di lungo degenza, che contiene il repartino riservato ai detenuti, spinge il vice segretario generale della Uil Pa, Mauro Nardella, a lanciare un appello all'Asl. "Non vorrei che a causa della mancata apertura del reparto di lungodegenza, nel quale insiste l'avveniristico repartino riservato ai detenuti, non si dia avvio alla procedura di ricovero degli stessi all'interno di tale contesto", rivendica Nardella, "se così fosse sarebbe inammissibile e alquanto inconcepibile".
Nardella ricorda, infatti, la gravità e la delicatezza dei detenuti con problemi di salute o alle rese con dipendenze, che devono avere un reparto blindato per la loro è l'altrui sicurezza. "Forse non ci si rende conto del profilo criminale di coloro i quali, in mancanza dell'attivazione di un idoneo locale, verrebbero, così come sinora fatto e nostro malgrado, ricoverati nelle corsie delle varie unità", aggiunge Nardella, "i detenuti provenienti dal carcere di massima sicurezza cittadino sono in molti casi con fine pena lunghissima e finanche pluriergastolani, avendo scritto la storia di Cosa nostra, della 'ndrangheta, Sacra corona unita, camorra, mafie estere tra le quali la pericolosissima mafia nigeriana.
"La Uil invita l'assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì, a farsi immediatamente carico della delicatissima situazione e di attivarsi affinché venga subito aperto il reparto di lungo degenza", conclude Nardella, "ne varrebbe per la sicurezza di tutto il personale di polizia penitenziaria, operatori sanitari e cittadini, oltre che per un ulteriore arricchimento del presidio ospedaliero".