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di Monica Guerzoni

Corriere della Sera, 17 luglio 2023

Il neo segretario: “Il partito di Forza Italia dovrà svolgere il ruolo che aveva la Democrazia cristiana”. Basta parlare di “gossip e di poltrone”, per l’erede politico di Berlusconi la priorità è far capire agli italiani che Forza Italia “non è la costola di nessuno” e sarà “l’architrave del sistema politico italiano”.

La nuova Democrazia cristiana, segretario Antonio Tajani?

“Non si tratta di rifare la Dc, ma di aggregare e costruire un partito con le porte aperte, che svolga il ruolo che svolgeva la Democrazia cristiana nella prima Repubblica”.

Com’è andato il suo primo giorno da leader?

“Ho avuto tanti messaggi, a cominciare da Ursula von der Leyen. Sento una grande responsabilità. Ho passato la domenica a Tolfa a spiegare ai giovani la linea, i valori, le cinque sfide che sono crescita economica, giovani e denatalità, salari, Sud, Europa”.

E la giustizia? Pensa che lo scontro con le toghe, nel nome di Berlusconi, farà salire Forza Italia nei sondaggi?

“La giustizia è parte fondamentale delle riforme per rendere più competitiva l’Italia. La giustizia civile che non funziona vale 3 punti di Pil. Il processo penale così com’è porta all’assoluzione del 60% dei processati, qualcosa non funziona. Bisogna avere il processo giusto, con la netta separazione tra magistrato inquirente e giudicante”.

Per l’Anm “è un pericolo per la democrazia”. Volete che i pm rispondano al governo?

“No, guardi, non è una cosa contro i magistrati. Noi vogliamo innalzare il livello del giudice che giudica, vogliamo metterlo su un piedistallo”.

Al Consiglio nazionale girava l’interrogazione a Nordio per mandare un’ispezione alla Procura di Firenze che indaga sui presunti rapporti tra Berlusconi e la mafia. Lei la sottoscrive?

“Non mi risulta che sia una iniziativa del partito”.

Prima di essere eletto all’unanimità, lei ha dato il suo appoggio a Nordio sulla modifica del concorso esterno. Dispiaciuto che la premier abbia stoppato l’idea?

“Dal punto di vista giuridico Nordio ha ragione, la riforma renderebbe la lotta alla mafia più severa. Ma il tema non è nel programma e non c’è l’urgenza. La priorità è la separazione delle carriere”.

La seconda lettera che ha ricevuto dai figli di Berlusconi, quella riservata, contiene notizie sui debiti di FI?

“Non abbiamo parlato di questioni economiche, la seconda lettera è personale e riguarda l’eredità politica. Il creditore di FI era Berlusconi, le garanzie sono passate ai figli con l’eredità. Non ho notizie da dare”.

L’assenza di Marta Fascina sabato vuol dire che non ci sarà un ruolo per la compagna di Berlusconi?

“A me il pettegolezzo non interessa, la famiglia ci sostiene e Marta Fascina è un deputato, fa parte del disegno di FI. Non ha litigato con nessuno. La sua assenza non ha un significato politico, ma umano. È in lutto, non se la sentiva di venire al primo evento senza di lui. Non siamo macchine, ai 5 minuti di applausi mi sono commosso anch’io”.

Il congresso si terrà prima delle Europee anche se l’area di Ronzulli, Mulè e Cattaneo puntava a dilatare i tempi? E come si comporterà con le correnti?

“La mia volontà è di farlo prima delle Europee. Non sarà una spartizione di poltrone, ma un congresso di contenuti. Sabato c’è stato un voto all’unanimità, se poi ci sarà un contributo di idee e di proposte ne sarò ben lieto, non cerco yes men”.

Forza Italia rischia di diventare una costola di FdI?

“Non siamo la costola di nessuno, la nostra ambizione è essere il centro di gravità permanente del sistema politico, la dimora di tutti i riformisti e garantisti che cercano un punto di riferimento stabile, credibile, responsabile. Forza Italia è il centro del centrodestra, può attrarre chi ha votato Pd e M5S e chi si rifugia nell’astensione”.

Rosato, Bonetti e Castaldo però non arrivano.

“Non è il mercato delle persone, io non ho mai fatto un nome e nessuno ha mai detto che ci sarebbero stati ingressi al Consiglio nazionale. Ci saranno ingressi importanti, in futuro. Non si tratta di fare una campagna acquisti e promettere posti, ma di costruire un progetto attrattivo”.

Lei vuole unire in Europa popolari, liberali e conservatori per isolare Salvini?

“Salvini se vuole si può unire. Non è lui il problema, ma Le Pen e Alternative für Deutschland”.

Il leader della Lega voleva rubarle la scena rilanciando sulla pace fiscale? E punta a logorare Meloni?

“Non interpreto tutto in chiave di gossip e non credo che Salvini voglia logorare il governo di cui fa parte. Guardando ai contenuti, noi abbiamo fatto tante proposte sulla pace fiscale e se Salvini è d’accordo sono contento”.

Calato l’effetto Berlusconi, vede un effetto Tajani?

“Il sondaggio che ci dà all’11% è uscito prima della mia elezione. Ci deve essere un effetto di squadra, non un effetto Tajani”.

Palazzo Chigi sta “mollando” Daniela Santanchè?

“Non lo so e non entro nel merito di vicende giudiziarie che non conosco, dico solo che gli avvisi di garanzia si devono dare agli interessati e non ai giornali”.

Non aprirete alle opposizioni sul salario minimo?

“Io voglio un salario ricco, non un salario minimo, perché lo vedo come un livellamento verso il basso da Paese veterosocialista. Le riforme liberali che ho indicato servono a far crescere l’economia e a consentire alle imprese di far salire il salario dei lavoratori in modo strutturale”.