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di Mara Chiarelli

L’Edicola del Sud, 6 gennaio 2024

“Nel carcere di Taranto il diritto alla salute sembra essere calpestato sempre di più. Da un po’ di tempo niente visite mediche di routine ai detenuti, ma solo emergenze poiché non ci sarebbero più medici, per cui il dirigente sanitario che è rimasto solo, sarebbe costretto a fare di tutto e di più”. A denunciare quella che, se confermato, sarebbe una violazione di un diritto costituzionalmente garantito, e cioè quello alla salute, è il Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, che da tempo evidenzia “una situazione di grande affanno, per non dire peggio - scrivono - nell’assistenza sanitaria ai detenuti presenti nel carcere di Taranto, con i detenuti psichiatrici abbandonati a se stessi, malati cronici con carenza di assistenza che, generano situazioni di protesta da parte dei ristretti che diventano sempre più preoccupanti.

Ma il punto, se possibile, è un altro: “Abbiamo notizia che nei giorni scorsi il carcere, per alcune ore - attacca il segretario nazionale del sindacato, Federico Pilagatti - è rimasto senza nessun medico poiché il dirigente sanitario era impegnato in una riunione all’Asl, mentre i poliziotti dovevano far fronte alle pressanti lamentele dei detenuti che chiedevano di essere visitati da un sanitario”.

E si chiede: “Cosa deve accadere ancora perché l’Asl adotti provvedimenti urgenti adeguati a tamponare la situazione? Non sanno i dirigenti che comandano la sanità tarantina che presto potrebbero scoppiare disordini con i detenuti che potrebbero mettere a ferro e fuoco il carcere se l’emergenza persiste?”. E ancora: “Non sa il dirigente generale dell’Asl che l’interruzione del servizio di assistenza ai detenuti è punito da leggi dello Stato?”. Per il sindacalista la miccia è pronta a esplodere: “Purtroppo non hanno ancora capito che ci troviamo di fronte a 900 detenuti (con un sovraffollamento di più dell’80% della capienza regolamentare) di cui tantissimi affetti da patologie importanti tra cui psichiatrici, tossicodipendenti, patologie croniche, cardiache. Ci si è mai chiesto come mai nel 2023 ci sono stati parecchi detenuti defunti per “cause naturali”? Sicuramente la mancanza di medici è un problema generale, ma riteniamo inaccettabile - ribadisce - che l’Asl di Taranto non metta in campo iniziative straordinarie per tamponare il fenomeno”.

Nelle pieghe di un’emergenza sempre più pericolosa, il Sappe denuncia anche altre irregolarità, che spostano anche i medici nella categoria delle vittime: “Ci è stato riferito - dice Pilagatti - che in alcuni casi l’Asl recluterebbe medici senza esperienza pagandoli 80-100 euro l’ora, mentre ci sarebbero altri medici che verrebbero impiegati in misura molto ridotta nonostante una grande esperienza in medicina penitenziaria (maturata in tanto anni di lavoro presso la struttura carceraria) che verrebbero pagati circa 25 euro l’ora. Inoltre sembrerebbe che i medici utilizzati solo per i turni notturni sarebbero disposti anche a lavorare di più delle 20 ore concesse, senza che l’Asl nonostante l’emergenza, dia risposte”. Sollecitata dall’Edicola del sud, la Asl ha preferito non commentare.