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di Alessandro Di Matteo

La Stampa, 7 aprile 2023

Nuovo scontro sul provvedimento che abroga la “protezione speciale”. L’opposizione denuncia: il governo forza la mano sugli emendamenti. È scontro tra maggioranza e opposizione sul decreto-migranti, il provvedimento varato dal governo dopo il naufragio di Cutro a febbraio e che, tra le altre cose, abroga la fattispecie della “protezione speciale” che finora impediva l’espulsione delle persone che rischiano persecuzioni o che potrebbero essere in pericolo di vita nei paesi di origine. Mercoledì notte, in commissione Affari costituzionali al Senato, è scoppiato il caos quando il governo ha insistito per iniziare a votare. Tutti i gruppi di minoranza si sono ribellati per la riformulazione di un emendamento da parte dell’esecutivo, anche se solo i senatori del Pd e di Verdi-Sinistra hanno abbandonato i lavori della commissione, mentre M5s e centristi sono comunque rimasti.

Attaccano i senatori di opposizione in una nota congiunta: “Questo governo e questa maggioranza, consapevoli di aver scritto un decreto sbagliato, cercano di modificarne parti importanti impedendo però alle opposizioni di svolgere la propria funzione. Se il governo vuole riscrivere e integrare il decreto Cutro ne presenti uno nuovo”. E Andrea Giorgis del Pd: “Vengono conculcate le prerogative dei parlamentari e delle opposizioni”.

A replicare è il presidente della commissione Alberto Balboni (FdI), che se la prende in particolare con i democratici: “La sceneggiata messa in atto in Commissione dal Pd è stata deprimente. Un atteggiamento così irritante che le altre opposizioni rappresentate dal M5s con il senatore Cataldi e da Italia viva con la senatrice Gelmini non hanno seguito l’esempio del Pd e sono rimaste”.

Lo scontro è stato soprattutto sul metodo della maggioranza. Al presidente è stata contestata la scelta di avviare le votazioni nonostante il governo avesse fornito i pareri solo sui primi tre articoli del provvedimento. E, soprattutto, è stata contestata la scelta di riformulare tre emendamenti sostanzialmente identici - due delle opposizioni e uno di FI - che chiedevano di inserire anche apolidi e rifugiati nelle quote del decreto flussi. La maggioranza ha riformulato il testo aggiungendo la possibilità di prevedere ulteriori quote per consentire l’ingresso di lavoratori anche stagionali che provengono da Paesi con i quali sono stati stipulati accordi di rimpatrio. Si riprenderà la prossima settimana, quando verranno esaminati gli articoli più contestati, a cominciare appunto da quello sulla protezione speciale. Senza un accordo con le opposizioni almeno sul metodo, il governo rischia di dover usare la “tagliola” sugli emendamenti per portare il testo in aula il 18 aprile, come da calendario.