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Il Centro, 17 novembre 2014

 

Le mie prime sensazioni positive sono legate alle persone che abbiamo incontrato durante il lavoro e che erano molto compiaciute di vederci, ci chiedevano informazioni e noi ben volentieri ci fermavamo a parlare con loro di noi. All'inizio non è stato semplice, io dicevo solo il mio nome e non dicevo di essere un detenuto di Castrogno, ma poi l'imbarazzo se n'è andato e ho parlato sinceramente di me.

Nonostante il nostro stato gli abitanti del posto ci facevano tanti complimenti per il lavoro che svolgevamo e ciò che mi ha più colpito è che ci portavano panini e bevande per dissetarci, ci chiedevano per quanto tempo saremmo rimasti a lavorare, dimostrandoci che avrebbero voluto vederci lì per tanto tempo, pur essendo dei detenuti.

L'atteggiamento positivo della popolazione è stata una sensazione bellissima, che raramente ho provato in questi anni. Posso dire che se ne avessi la possibilità ripeterei l'esperienza, perché rendere un servizio in maniera volontaria ti gratifica e ti dà soddisfazione.

Lavoravamo tante ore al giorno, pulivamo l'area da immondizia di ogni genere, maleodorante, anche pericolosa, ma alla fine, vedere tutta la zona pulita e rinata, poter dire "questo l'ho fatto io con i miei compagni" è stato un motivo di orgoglio.

A questo progetto ha collaborato il pastore della Onlus Angelo Bleve, che ci ha accompagnato. Vorrei ringraziarlo perché ci ha trattato da liberi, persone normali. Ringrazio tutti coloro che hanno voluto darci la possibilità di far conoscere il carcere, di far capire che anche da detenuti si può contribuire in maniera positiva alla società, dandoci la possibilità di un riscatto verso gli errori commessi.

Francesco

 

Io con altri tre compagni di "sventura", siamo stati scelti dalle istituzioni per prendere parte al progetto di reinserimento sociale "Ricominciamo dal verde". È stata un'esperienza stupenda, sotto tutti i punti di vista, sia sociale che personale. Il nostro lavoro consisteva nella pulizia di alcune pinete nel Comune di Martinsicuro-Villa Rosa.

Il lavoro si è svolto in otto uscite, dalle 7,30 alle 16,30, coadiuvato dalla onlus "Il Germoglio", e siamo stati accompagnati dal pastore Bleve, garante dell'iniziativa. Abbiamo svolto un buon lavoro, a detta di tutti e delle istituzioni, ma la gratificazione più significativa ci è stata data dai cittadini che ci hanno ringraziati, dimostrando il loro apprezzamento per il nostro operato.

A mio giudizio queste iniziative sono un viatico importante per il reinserimento nella società; infatti il fattore fondamentale emerso in questi giorni è stata la concreta percezione di "libertà" nell'essere utile. Noi siamo rinchiusi in un carcere e viviamo una vita inutile, priva di ogni prospettiva futura, viviamo aspettando e sperando che il domani, inteso giorno dopo giorno, arrivi al più presto. Ora potete ben capire il nostro stato d'animo nel poter partecipare ad una iniziativa del genere.

A noi si sono aperte le porte del paradiso, noi siamo stati i fortunati che hanno potuto toccare con mano la libertà. Chiudo questo mio pensiero dicendo che anche se nella nostra vita abbiamo sbagliato non è detto che non possiamo tornare sulla retta via.

Io personalmente posso dire con certezza che sono una persona diversa, sicuramente migliore di come ero quando sono entrato in carcere. Spero che questa esperienza non rimanga unica, ma possa essere seguita da altre, in modo da rinforzare la consapevolezza che gente come noi può essere ancora utile alla società e può avere una possibilità di riscatto.

Augusto

 

Ho 32 anni, sono detenuto da ormai 9 anni ed ho un fine pena ancora abbastanza lontano. Sono uno dei detenuti impegnati nel progetto "Ricominciamo dal verde", un'attività di volontariato al comune di Martinsicuro, che ci ha visti impegnati nella pulizia e nella manutenzione delle aree verdi. Magari ci fossero più progetti e iniziative di questo genere.

Per me è stata un'esperienza che darà suoi frutti, sono stati momenti di vita che mi hanno fatto capire che la vita continua e che gli errori che mi hanno portato in carcere devono essere la base per una riflessione che mi faccia ritrovare la strada quando il conto con la giustizia sarà saldato. Tutti nella vita possiamo sbagliare ma noi reclusi abbiamo il diritto ad un'altra possibilità, di rimediare agli errori commessi.

Questo progetto non è stato una goccia nel mare, ma un inizio verso un futuro migliore. Mi sento fortunato, e per questo vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno dato la possibilità di assaporare l'ambiente esterno e di sentirmi utile. La vicinanza dei residenti e dei turisti è stata così calorosa che mi hanno fatto tornare la voglia e la gioia di vivere. Ci hanno supportato con la loro presenza, le loro chiacchierate, cibo e bevande. Mi sono reso conto che esiste gente buona, capace di andare incontro anche a chi ha sbagliato e questo mi dà una consapevolezza nuova rispetto alla vita. Tornare a vivere prima mi sembrava difficile, ora mi sembra non solo possibile ma sono sicuro che accadrà, perché ho capito che niente muore finché non è sepolto.

Catello