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di Francesco Machina Grifeo

Il Sole 24 Ore, 17 settembre 2023

Per la Consulta dei giudici onorari la richiesta di immediato deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia europea sarà la conseguenza automatica in caso di ulteriori ostacoli ad una riforma ormai improcrastinabile. “Sono scaduti i 60 giorni concessi all’Italia per adeguare la propria normativa al diritto europeo, in materia di Magistratura onoraria”. Lo ricorda al ministro Nordio la Consulta della MO, con una nota che ripercorre “tutte le discriminazioni ancora incidenti sulla categoria, stigmatizzate dall’Unione a luglio, tra cui i livelli retributivi ed il trattamento lavoristico complessivo, lontani dalle condizioni del magistrato professionale, unico soggetto comparabile”.

Nei giorni scorsi, rispondendo al question time della Camera, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha annunciato che nella prossima legge di bilancio “sarà inserita una disposizione che porrà finalmente una disciplina, sia retributiva sia previdenziale, nei confronti dei giudici onorari che sarà, quantomeno, decorosa”. Nordio ha poi ricordato che dal punto di vista fiscale il Governo “ha posto fine all’incertezza interpretativa del regime fiscale dei compensi erogati ai magistrati prevedendo l’assimilazione ai fini fiscali di quei compensi al reddito del lavoro dipendente, ed è stata individuata la gestione previdenziale alla quale i magistrati onorari devono essere iscritti, e ciò ha consentito alla competente articolazione ministeriale di corrispondere integralmente attraverso il servizio gestito dal Mef i compensi spettanti”.

Una soluzione che però non convince i giudici onorari. “Il regime fiscale e previdenziale, su cui il legislatore è intervenuto di recente - prosegue la nota della M.O. -, inquadra i magistrati onorari stabilizzati in via esclusiva come ‘assimilati’ ai dipendenti e li iscrive all’Ago dell’Inps, nel Fondo Dipendenti del settore privato, in luogo della Ctps, la Cassa di pertinenza dei dipendenti statali, in netta difformità rispetto a quanto avviene per l’omologo magistrato ordinario”.

Dopo le “importanti” parole del Guardasigilli, in Aula, che ha definito inaccettabile il trattamento di questi servitori di Stato ed ha dichiarato come costoro oramai fanno le stesse cose che fanno i giudici togati, Consulta chiede un gesto fattivo che trasformi le intenzioni in azioni, “la previsione in Nadef della riforma organica della categoria, con lo stanziamento dei fondi necessari a realizzare la completa riforma, nei termini ribaditi dall’Unione”. La richiesta di immediato deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia europea, conclude Consulta, sarà la conseguenza automatica in caso di ulteriori ostacoli ad una riforma ormai improcrastinabile”.