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di Sarah Martinenghi

La Repubblica, 29 giugno 2024

È uno dei nove detenuti hanno scelto l’indirizzo socio-sanitario con gli insegnanti dell’istituto Giulio. C’è tanto riscatto, una grande emozione e soprattutto molta soddisfazione. Ognuno di loro si è impegnato per superare le difficoltà incontrate in carcere, per qualcuno, detenuto nella sezione dell’alta sicurezza, lo studio sui libri e le lezioni con gli insegnanti hanno rappresentato un’ancora di salvezza, un appiglio di sopravvivenza psicologico e anche un importante spiraglio sul futuro. Se affrontare l’esame di maturità non è mai semplice per nessuno, farlo da detenuto è ancora più complesso e coinvolgente. Tanto per chi si è messo in gioco, quanto per gli insegnanti che li hanno preparati, spronati e osservati crescere e cambiare.

Nove ristretti al carcere Lorusso e Cotugno di Torino, si sono diplomati, nei giorni scorsi, dopo aver frequentato l’indirizzo socio-sanitario con un gruppo di insegnanti dell’istituto Giulio di Torino che è andato nel penitenziario per far loro lezione. Tra gli studenti che hanno affrontato la grande prova c’è anche un detenuto con oltre 80 anni, che ha scelto di diplomarsi, come ha spiegato durante la prova, per mettersi in gioco e poter forse sognare ancora, ritrovando scampoli di normalità attraverso i libri e il confronto con i docenti. Rivelandosi, tra l’altro, uno dei migliori studenti, tra i quattro cioè che hanno preso un voto superiore al 90 su 100.

Sono state tante le problematiche che hanno dovuto affrontare, dal sovraffollamento alla mancanza, per qualcuno, di un luogo dove poter studiare, dal problema del dover saltare l’ora d’aria all’isolamento a cui qualcun altro era sottoposto. Hanno però trovato il conforto dei docenti, la sensibilità della commissione arrivata per esaminarli e la collaborazione degli agenti di polizia penitenziaria, l’aiuto dei volontari dell’associazione “Se non Sai non Sei”, composta da insegnanti in pensione e non solo.

Il gruppo di studenti, di varia nazionalità, era per altro composto per la maggioranza da detenuti in regime di alta sicurezza. I temi affrontati nel corso scelto poi, li hanno toccati particolarmente da vicino: il corso infatti prevede lezioni di psicologia, di diritto, oltre alle classiche materie di italiano, storia, inglese, matematica, hanno affrontato lezioni sulle droghe e le dipendenze e hanno studiato le malattie degli anziani, le loro fragilità e bisogni, imparando concretamente come funziona il sistema del welfare, le differenze di contributi e pensioni.

Tra i temi che li hanno più emozionati durante il corso di preparazione c’è stato quello della “banalità del male” che li ha visti interrogarsi, mettersi allo specchio e in discussione, confrontandosi tra loro e con se stessi. È attraverso i libri, i quaderni, le dispense e le interrogazioni che hanno conosciuto meglio se stessi, superando i limiti, della lingua, del luogo e, per qualcuno, dell’età. E hanno imparato a mettersi al servizio degli altri, oggi all’interno del carcere e domani per tutti, nell’ambito socio-sanitario o chissà.