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di Sarah Martinenghi

La Repubblica, 28 gennaio 2024

Carceri sovraffollate, carenti di educatori e di assistenza sanitaria, dove si registra il “triste primato” dei suicidi (a Torino), dove le inchieste di quattro procure mettono in luce botte e presunte torture sui detenuti, dove c’è spaccio di droga e uso impavido dei telefonini. Non c’è discorso all’inaugurazione giudiziaria del 2024 che si esima dall’affrontare di petto la fragilità degli istituti penitenziari piemontesi. Criticità che allarmano così come la crescita dei reati che coinvolgono gli adolescenti, il dramma degli infortuni sul lavoro, l’aumento dei reati da codice rosso e dei femminicidi e la piaga dell’evasione fiscale.

Parte dalla constatazione che il tema del carcere “non porta consensi elettorali” la procuratrice reggente Sabrina Noce “per cui la classe politica tende a occuparsene solo quando non può farne a meno e senza un coerente disegno di riforma, mentre la società libera, spesso, opera nei confronti dell’argomento una vera e propria corda citando il poeta polacco Stanislaw Lec sopravvissuto alla Shoah (che diceva “nei paesi nei quali gli uomini non si sentono al sicuro in carcere, non si sentono sicuri nenache in libertà”), nei nostri istituti “non si sente al sicuro né chi è ristretto, né chi vi lavora”.

Non c’è solo il dramma di chi si toglie la vita. Ma anche “altri nodi” come “l’accentuata fragilità personale, familiare e sociale dei detenuti, la diffusione di disturbi psichici, la marginalità accompagnata dalla debolezza delle reti di sostegno, la dubbia ragionevolezza, nell’ottica di una detenzione utile alla risocializzazione, delle pene detentive brevi” ricorda la pg. E poi “l’edilizia” visto che gli ambienti richiederebbero interventi non solo per renderli “vivibili, ma anche idonei allo svolgimento di attività di formazione, studio e lavoro”. Anche perché il sovraffollamento (7 istituti su 14) significa “non solo minor spazio a disposizione ma anche minore assistenza sanitaria e meno rieducazione”.

Eppure rimarca la presidente dell’ordine degli avvocati Simona Grabbi ci sono “16 educatori per 1480 detenuti al carcere Lorusso e Cutugno”. E non si può che “protestare” di fronte al fatto che “dei 166 milioni di fondi straordinari messi dal governo per la manutenzione degli istituti di pena nulla è stato assegnato per il Piemonte”. Si aspetta un ruolo più incisivo da parte della magistratura di sorveglianza il garante dei detenuti Bruno Mellano. E occorrono “scelte drastiche e decisive” per far scendere il numero dei detenuti a Torino, come chiudere o spostare le sezioni dei collaboratori di giustizia o dell’Alta sicurezza. “Non dobbiamo arrenderci a un legislatore disattento e alla penuria di risorse perché anche chi decide la pena e la sua qualità si assume la responsabilità dello stato attuale delle nostre carceri” ammonisce l’avvocato Roberto Capra, presidente della camera penale Vittorio Chiusano.

Soffre anche il carcere minorile, anche per l’aumento di arresti dopo le modifiche del decreto Caivano. E l’allarme è alto: aumentano “i delitti di sangue, la pedopornografia, le violenze sessuali, stalking e rapine”. Servono “più strutture giudiziarie minorili” dice la pg Noce. E fa notare il prossimo baratro: “Se si confermerà a ottobre l’entrata in funzione del Tribunale per le famiglie la procura dei minori si troverà investita del ruolo civile di tutte le procure del circondario per separazioni, divorzi, affidamenti, interdizioni, amministrazioni di sostegno che riguardano anche maggiorenni”. Una riforma “a costo zero”, senza incrementi di organico,