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di Massimo Massenzio

Corriere della Sera, 13 agosto 2023

Lo scorso 29 luglio è stata trasferita nella casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, dove è stata ricoverata nell’Astm, l’Articolazione per la tutela mentale. Mamma Monica ha provato a fissare un incontro, ma senza riuscirci. Azzurra Campari era una ragazza dolce e molto sensibile, ma “ribelle”, con un passato difficile alle spalle e un presente costellato da grandi passioni e piccoli reati. Aveva 28 anni, ma sembrava più piccola della sua età anagrafica. Assieme al fratello è cresciuta a Riva Ligure, in provincia di Imperia, cresciuta solo dalla mamma Monica, di cui ha voluto prendere il cognome. Il padre ha abbandonato la famiglia molto presto e la figlia non ha praticamente mai instaurato un rapporto con lui.

Dopo il primo triennio in un istituto alberghiero, con indirizzo turistico, ha abbandonato gli studi e si arrangiava con qualche lavoretto saltuario. È stata in cura al Serd per le sue dipendenze dagli stupefacenti che però sembrava aver superato, ma il passato ha presentato il conto lo scorso 27 aprile con un cumulo di pene per ricettazione, danneggiamento a seguito da incendio e oltraggio a pubblico ufficiale. Vecchi reati commessi tra il 2013 e il 2014 che avrebbe finito di scontare a marzo del 2025. Fuori dal carcere aveva già tentato il suicidio e la detenzione nel penitenziario di Genova ha acuito le sue fragilità.

Lo scorso 29 luglio è stata trasferita nella casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, dove è stata ricoverata nell’Astm, l’Articolazione per la tutela mentale. In teoria il reparto più sicuro dell’intera sezione detentiva femminile, con stanze singole, telecamere, monitoraggio costante e controlli medici due volte al giorno. Eppure venerdì pomeriggio, poco dopo le 17, mentre mamma Monica tempestava di telefonate il centralino per fissare un incontro, Azzurra è riuscita a suicidarsi impiccandosi con un cappio artigianale.