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di Simona Lorenzetti

Corriere di Torino, 10 agosto 2024

Sono quindici gli adolescenti iscritti sul registro degli indagati per aver preso parte alla rivolta nel carcere Ferrante Aporti nella notte tra l’1 e il 2 agosto. All’indomani della sommossa, la Procura dei minori - coordinata dalla procuratrice capo Emma Avezzù - aveva aperto un fascicolo ipotizzando il reato di devastazione. E ora le indagini restituiscono i nomi dei protagonisti di quella notte di rabbia in cui è stata distrutta la gran parte dei locali e degli arredi che si trovano al pianterreno dell’istituto di corso Unione Sovietica.

La svolta è arrivata grazie alle testimonianze degli agenti della polizia penitenziaria - 9 in servizio quella sera, tra cui 2 donne - che per primi hanno dovuto fronteggiare i ragazzi, per poi essere costretti a battere in ritirata fino all’arrivo dei colleghi in tenuta antisommossa. Ai loro racconti dettagliati, dai quali traspare anche la paura e la preoccupazione di quelle ore, si sono aggiunte le immagini estrapolate dai filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza prima che la sala regia - l’ufficio che collega l’intero sistema - venisse presa d’assalto e demolita. Non solo, ci sono i video girati dagli stessi detenuti con un tablet di cui erano riusciti a impossessarsi negli istanti di massima confusione e poi postati su Tiktok. Da qui i primi quindici minorenni identificati (tutti italiani) e considerati tra i più agguerriti protagonisti della protesta: tra loro c’è anche il sedicenne condannato a 9 anni e 6 mesi per aver lanciato una bici dalla balaustra dei Murazzi e ferito gravemente Mauro Glorioso (il ragazzino, assistito dall’avvocato Domenico Peila, è stato trasferito nel carcere di Catanzaro). Non tutti risponderanno del più grave reato di devastazione (la pena varia tra 8 e 15 anni): i magistrati contestano ad alcuni la resistenza a pubblico ufficiale e singoli episodi di violenza. Una distinzione che tiene conto del grado di partecipazione e del ruolo avuto nel corso della sommossa. All’inizio l’impressione era stata che tutti i detenuti - gli ospiti del penitenziario erano 52 - avessero preso parte alle violenze, ma le immagini ora rivelano che alcuni di loro sono rimasti in disparte e altri avrebbero cercato invano di opporsi. L’indagine non è ancora conclusa, altri detenuti potrebbero finire sul registro degli indagati nei prossimi giorni.

L’inchiesta della Procura minorile corre parallela a quella della magistratura ordinaria. Il procuratore aggiunto Patrizia Caputo e il sostituto Davide Pretti ipotizzano a loro volta i reati di devastazione e incendio: il fascicolo - per ora contro ignoti - riguarda le azioni che avrebbero compiuto i giovani adulti del Ferrante Aporti, ragazzi che hanno un’età compresa tra i 18 e i 25 e che stanno scontando in corso Unione Sovietica le pene inflitte quando erano minorenni. In particolare, i magistrati stanno cercando di capire se ci sia un collegamento tra i disordini del minorile e quelli avvenuti nel carcere Lorusso e Cutugno: entrambe le proteste sono avvenute lo stesso giorno e alla stessa ora. Nel frattempo, i pm hanno indagato - a vario titolo per resistenza, minacce e lesioni - 8 detenuti del penitenziario degli adulti.