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torinoggi.it, 4 aprile 2023

I Radicali italiani lanciano la campagna “Devi vedere”. Nella casa Circondariale Lorusso e Cutugno 1.400 detenuti: “In alcune sezioni sovraffollamento del 145%”. Portare i cittadini in carcere, per far vedere con i loro occhi come si vive dietro le sbarre. Quali sono i rumori, gli odori. Perché dentro il carcere la vita non è una fiction, come nella seguitissima Mare Fuori.

È questo l’obiettivo della campagna “Devi vedere” lanciata dai Radicali Italiani. Un’iniziativa che punta a far diventare i cittadini consapevoli testimonial di una realtà che spesso è dura. Cruda. Lo testimonia il carcere Lorusso Cutugno di Torino, che con 1.400 detenuti è un vero e proprio piccolo comune.

Un comune in cui il sovraffollamento la fa da padrone. “In alcune delle 27 sezioni presenti si toccano punte di sovraffollamento del 145%” ha spiegato la garante dei detenuti della provincia di Torino Monica Gallo. Il 2022 ha visto quattro persone togliersi la vita nel carcere di Torino, una situazione che non è cambiata nemmeno nel 2023, con un suicidio avvenuto qualche settimana fa. “La cena viene distribuita alle 17, non è corretto”. E pochi sono i lavori svolti nell’ultimo anno, nonostante l’interesse da parte del Governo.

“La ristrutturazione del Sestante ha permesso la riapertura della sezione ed è costata 537.000 euro” ha raccontato la garante. Troppo poco, al netto di un cambio di passo del Comune di Torino riconosciuto dalla stessa Gallo in termini di interesse.

Chi plaude all’iniziativa dei Radicali Italiani e dell’associazione Adelaide Aglietta è Daniele Valle, consigliere regionale del Pd: “Il carcere che vediamo attraverso i media e i film non è quello reale. Chi è fuori non lo sa, è abituato a film e serie tv. Ma c’è un abisso di diversità, che si può comprendere solo entrando o parlando con chi là dentro ci lavora o ne è uscito”.

Il vice presidente del Consiglio regionale ha poi sottolineato come nel carcere di Torino ricadano le problematiche vissute dalla sanità piemontese: “La riduzione dei servizi lì è più sentita, perché i detenuti non hanno la possibilità di scegliere il privato”.

Un altro tema sollevato da Valle è invece quello degli investimenti legati al Pnrr. Fondi europei che sembrano essersi dimenticati dello stato a dir poco ammalorato del carcere Lorusso e Cutugno: “Siamo ancora nella fase in cui non tutti i finanziamenti sono stati impegnati: quello del Pnrr sono fondi destinati ad aumentare i percorsi di inclusione sociale e il carcere dovrebbe avere esattamente questa funzione”.