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di Massimo Massenzio

Corriere di Torino, 21 febbraio 2024

La garante Monica Gallo: “Istituti minorili a numero chiuso”. Nonostante il decreto Caivano - o forse proprio per l’inasprimento delle pene - il carcere minorile di Torino è sempre più affollato. Secondo l’analisi dei dati contenuta nel rapporto diffuso da Antigone, l’associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale”, il provvedimento ha avuto “effetti distruttivi sui percorsi di recupero”. E così, per la prima volta dopo molto tempo si sono registrate situazioni di sovraffollamento. Nel 2023, infatti, per 5 mesi la presenza media dei giovani detenuti ha superato la capienza massima di 46 posti e “la direzione è stata costretta per qualche giorno a predisporre dei materassi a terra”. Il record si è registrato a novembre, con una presenza media di 48 persone a fronte delle 36 registrate a gennaio, febbraio e marzo.

Complessivamente gli ingressi nell’istituto penale minorile (Ipm) sono stati 161, sostanzialmente stabili rispetto al 2022, ma in crescita esponenziale dal 2017 (115) e i tempi di permanenza si sono decisamente allungati. Gli stranieri entrati nell’Ipm sono 113, fra cui 66 minori non accompagnati (quasi tutti da Marocco, Egitto e Tunisia). Una delle principali carenze è rappresentata dal numero di ore di presenza del servizio di neuropsichiatria (erano 6 nel 2022, sono state ridotte a 1 ora e mezza a settimana nel 2023), mentre è aumentata la presenza dei mediatori.

Il fenomeno delle babygang ha una notevole incidenza e la maggior parte dei ragazzi sono infatti accusati di furto, rapina e lesioni personali (oltre che di spaccio). Il sovraffollamento e i tempi di permanenza media, passata dai 90 giorni del 2021 ai 110 dello scorso, ha avuto come effetto anche l’aumento dei trasferimenti dei “giovani adulti” (fino a 25 anni al minorile) dal Ferrante Aporti alla casa circondariale Lorusso e Cutugno.

“Questo è un altro aspetto molto preoccupante - sottolinea Monica Cristina Gallo, garante dei diritti delle persone private della libertà per la Città di Torino -. Il trasferimento nel carcere degli adulti ha gravissime conseguenze sul percorso dei ragazzi. Che rischiano di perdersi definitivamente”.

Sulla situazione del Ferrante Aporti Gallo aggiunge: “Gli istituti minorili dovrebbe ormai essere a numero chiuso e si dovrebbe potenziare notevolmente il ricorso alle comunità, che ormai troppo spesso non accolgono ragazzi provenienti dal sistema penale. In parallelo dovrebbe essere aumentata la possibilità dei colloqui con il neuropsichiatra. Ma adesso l’istituto ha un nuovo direttore e la Città è davvero fiduciosa nel fatto che per il Ferrante Aporti si possa aprire un nuovo corso”.