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di Bernardo Basilici Menini

La Stampa, 8 aprile 2023

Nelle carceri e nel Cpr, chiuso da circa un mese, sono cresciuti gli interventi di soccorso del 118. Un andamento che mette in discussione l’efficienza dei servizi sanitari interni alle strutture. Al punto da indurre il sindaco a parlare di “emergenza carceraria”.

Ecco cosa emerge dalla relazione annuale della garante dei diritti delle persone private delle libertà personale del Comune di Torino, Monica Gallo, che ieri a Palazzo civico ha parlato dello stato dei penitenziari cittadini nel 2022. A saltare all’occhio è il numero di interventi del 118, in aumento rispetto all’anno precedente, e in crescita verticale rispetto a dieci anni fa. Al Ferrante-Aporti, il penitenziario minorile, nel 2022 sono stati effettuati 62 interventi, contro i 19 del 2021 e i 12 del 2014. Al Lorusso e Cutugno 155 in lievissima diminuzione rispetto al 2021, ma in un aumento vertiginoso rispetto al 2014. Va peggio al Centro di permanenza per il rimpatrio di corso Brunelleschi: 201 interventi nel 2022, 192 nel 2021 e 5 nel 2012.

In un altro punto della relazione si mette in luce un altro problema: la carenza di contatti con gli operatori. “Dall’accurata visita nelle sezioni - si legge - è emerso che all’interno le visite del personale educativo, sanitario, amministrativo sono rarissime ad eccezione del direttore: gli operatori e i sanitari non entrano, gli infermieri distribuiscono la terapia dal cancello all’ingresso”. Alla garante lo scorso anno sono arrivate 128 segnalazioni allarmanti sulle modalità con cui vengono erogati i servizi a tutela della salute. Nel rapporto si ribadisce una “totale assenza di dialogo con tutti gli operatori sanitari”.

Un’analisi a parte merita il Padiglione B del Lorusso e Cutugno. Il Comitato prevenzione tortura boccia quell’area del carcere: le quattro celle che lo compongono vengono definite “sporche” e le persone “lasciate sole come animali in una gabbia per essere guardate a bocca aperta dagli altri detenuti e dal personale dinnanzi alla grata metallica della cella”. Certo, anche il resto della struttura non gode di buoni giudizi: nel 2022 sono arrivati 329 reclami per le condizioni generali, il triplo rispetto a quelle inviate l’anno precedente. In totale, tra Lorusso e Cutugno, ex Cpr e Ferrante Aporti lo scorso anno si sono registrati 35 tentati suicidi, 143 gesti di autolesionismo e 3.761 eventi critici.

Ma in questo quadro fosco c’è un altro piatto della bilancia, sul quale si misurano alcuni aspetti positivi. Ad esempio il “notevole incremento di iscrizioni ai corsi universitari: dai 66 del 2021/22 ai 94 dell’anno accademico in corso”. Per altro verso si registra anche una diminuzione del sovraffollamento, ma ciò è dovuto al flusso di trasferimenti in altre carceri, “spesso pianificati in modo casuale, senza attenzione ai percorsi intrapresi dai detenuti” prosegue Gallo.

Delle 1.350 persone recluse circa 480 devono scontare pene inferiori ai due anni. Un terzo del totale è in regime di carcerazione preventiva: detenuti che in teoria potrebbero accedere a misure meno afflittive, al di fuori dal Lorusso e Cutugno. Il sindaco Stefano Lo Russo, commentando il rapporto, appare preoccupato. “Purtroppo - afferma - i dati non sono soddisfacenti, il tasso di recidiva soprattutto nei giovani è troppo alto e la questione investe anche il Centro per il rimpatrio”.