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di Cristiano Corbo

Corriere di Torino, 26 agosto 2023

Dopo il Covid, +40% di richieste di aiuto alla Caritas. Tredici mense sociali solo a Torino. Più di 4 mila pasti al giorno a regime regolare. In un agosto dai mille volti, quello della povertà è rimasto costante, ricevendo il supporto di chi si è attivato senza tregua per preservare un servizio utilizzato da tanti, troppi torinesi.

Prezzi, bollette, elettricità. Caro benzina e affitti. I salari che non tengono il passo. Nel calderone del disagio è tutto mischiato e in fondo le differenze poco importano se davanti c’è una richiesta di aiuto, il trauma della povertà. Secondo il report della Caritas, in città sono stimati 40 mila poveri tra quelli censiti e non registrati sul supporto. Considerando l’intera Diocesi si arriva a 70 mila.

Ecco perché la richiesta di donazione si fa più intensa, dai pacchi di viveri alla distribuzione di abiti e medicinali. Per arrivare al sostentamento diretto, la processione quotidiana che parte alle 11 e termina oltre le 14. Dal Sacro Cuore di Gesù in via Brugnone a Sant’Alfonso in via Netro. Quindi il Cottolengo, Sant’Antonio da Padova, le colazioni alla Casa Santa Luisa e il Cenacolo Eucaristico. Luoghi di conforto, che vanno oltre la distribuzione del pranzo e si fanno socialità e assistenza. Luoghi da cui chi vi lavora conferma le code diventate più lunghe, l’impossibilità di inserire in un contesto o in un’immagine chi usufruisce dei servizi.

La povertà non ha più un volto. E sono 16 mila le persone che ogni anno hanno un rapporto con Caritas, che ha registrato un incremento delle domande di sostegno del 40% dopo il periodo più intenso della pandemia da Covid 19. Soltanto negli ultimi 12 mesi i nuovi accessi ai servizi sono raddoppiati (più 53%) e nelle singole strutture c’è chi immagina incrementi ulteriori da qui alle prossime settimane, con la fine dell’erogazione del reddito di cittadinanza che avrà un peso enorme.

Altro aumento in vista, almeno del 35% sulle domande, con effetti diretti e indiretti al momento impossibili da calcolare. L’unica certezza è che saranno mesi in cui i costi non caleranno. Così come le preoccupazioni, anche di accoglie. Per comprendere la portata del fenomeno, i numeri sanno spiegare: al Sermig si raggiunge quota 150 ingressi al giorno, al Convento Sant’Antonio da Padova vengono distribuiti 450 pasti, più di 300 sono quelli forniti al Cottolengo. Nelle case della rete di accoglienza si contano 600 persone, 450 famiglie vengono aiutate dal Polo Alimentare.

Numeri che mostrano una situazione che si regge sul filo delle possibilità e su quello delle donazioni, che ora si spera possano tornare in buon numero dopo la pausa estiva di tante attività. Nell’ultimo mese, un grosso aiuto è arrivato pure dall’iniziativa del Comune, con la mensa estiva di via Ghedini in Barriera di Milano. In transito quotidiano, almeno 200 persone. E il numero non è calato nei giorni più caldi, così come in quelli di pioggia: per tanti è diventata una certezza imprescindibile. Oltre la semplice rete di sostentamento, è stato sentirsi meno soli.