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di Ludovica Lopetti

La Stampa, 7 marzo 2024

Il ddl Nordio, pensato per tutelare i sindaci dalla “paura della firma” degli atti amministrativi sarà un colpo di spugna su tante inchieste: ecco quelle che potrebbero sparire a Torino. Dal carabiniere assenteista al funzionario pubblico che suggerisce le risposte dei quiz: sono alcuni dei soggetti che dall’abrogazione del reato di abuso d’ufficio contenuta nel ddl Nordio potrebbero tirare un sospiro di sollievo. O perché sono stati condannati in via definitiva (e allora potranno sperare di ottenere la revoca della sentenza penale di condanna, visto che le norme penali più favorevoli al reo sono retroattive) oppure perché sono imputati per lo stesso reato, destinato a scomparire dal Codice se il ddl otterrà il via libera definitivo alla Camera. Un via libera quasi scontato, visto che lo scorso 13 febbraio a Palazzo Madama il pacchetto è passato con 104 sì e 56 contrari. Un semplice tratto di penna che manderà in fumo decine di condanne e obbligherà i giudici a prosciogliere “perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato”. Ai condannati definitivi basterà inviare una semplice domanda alle Cancellerie o all’Ufficio esecuzioni penali (Uep) per ottenere la revoca della sentenza e la cancellazione dal casellario giudiziale.

Il poliziotto picchiatore - Il caso più recente riguarda Mirko Giovani, un poliziotto imputato di abuso d’ufficio, lesioni e falso, che dall’entrata in vigore del testo potrebbe vedere sensibilmente ridotta in Appello la sua condanna a 1 anno e 3 mesi: in primo grado è stato ritenuto responsabile del pestaggio di un 17enne, inseguito e ammanettato perché trovato fuori casa dopo le 22 quando era in vigore il coprifuoco Covid.

Il direttore delle Entrate che aiutava la candidata - Potrebbero ottenere un parziale proscioglimento in secondo grado anche il direttore di una filiale dell’Agenzia delle entrate di Torino - la Torino 4 -, e una candidata al concorso interno per un posto da capo team che lo scorso luglio sono stati condannati rispettivamente a dieci e otto mesi per abuso e rivelazione di segreti d’ufficio. Come ricostruito dal pm Gianfranco Colace (e confermato dal Tribunale), il direttore, in veste di membro della commissione valutatrice, aveva fornito l’elenco dei quesiti e le risposte in anticipo alla dipendente, consentendole di scavalcare un collega altrettanto titolato.

Le promozioni farsa all’Asl To 4 - Sempre di concorsi interni e di escamotage per truccarli si parla nell’inchiesta della procura di Ivrea che ha messo nel mirino 20 “bandi-farsa” per la progressione di carriera o per la mobilità nell’AslTo4, quella in cui è finita ai domiciliari la dirigente Carla Fasson. Gli indagati sono 31 e sono accusati a vario titolo di rivelazione di segreto, corruzione e abuso d’ufficio. Almeno due dipendenti dell’Asl avrebbero ricevuto domande e risposte dei quiz via Whatsapp nei giorni precedenti all’esame.

Il sindaco di La Loggia e il demansionamento - La depenalizzazione, nelle intenzioni dei legislatori, è stata pensata per manlevare i sindaci e scongiurare la “paura della firma”, ovvero il timore di prendere delle decisioni per evitare di essere chiamati a rispondere di fatti imprevisti che ne derivano. Un sindaco che ne potrebbe senz’altro beneficiare è Domenico Romano, primo cittadino di La Loggia (Torino) accusato di aver demansionato illegittimamente due funzionari privandoli di qualifica e relativo stipendio. Di recente è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio e turbativa d’asta e l’apertura del dibattimento è stata fissata per maggio. Come extrema ratio, il suo difensore Paolo Botasso punta a far derubricare la turbativa d’asta in abuso d’ufficio, perché tecnicamente non si tratta di una gara pubblica. Se poi quest’ultimo reato venisse meno, il sindaco potrebbe sperare in un non luogo a procedere per tutti gli addebiti.

Il dirigente della polizia e i permessi di soggiorno - Può iniziare a preparare le carte bollate Alberto Bonzano, dirigente di polizia condannato in via definitiva a 1 anno e 6 mesi nell’autunno 2018 (dopo aver rinunciato alla prescrizione) per una vicenda di abuso in atti di ufficio nel periodo in cui era in servizio al commissariato di Casale Monferrato. Secondo la Cassazione, da dirigente del commissariato aveva presentato ai suoi colleghi un soggetto marocchino che poi, grazie ai buoni uffici di due funzionari, era riuscito a sbloccare permessi di soggiorno per amici e soci in affari.

Il carabiniere fantasma - Potrà ripulire almeno in parte la sua fedina penale anche Filippo Cardillo, carabiniere assenteista di San Salvario, condannato in Cassazione a due anni e cinque mesi per falso, abuso d’ufficio e truffa a fine 2020. Incrociando testimonianze dei colleghi, fogli presenze, estratti conto e dati delle celle telefoniche, i giudici hanno accertato, oltre alla presenza intermittente sul posto di lavoro, un utilizzo disinvolto delle auto dei colleghi, una collezione di multe fatte annullare accampando “esigenze di servizio” e provvedimenti ad personam per favorire un imprenditore amico.

L’ex sindaco che non pagava i dipendenti - Più risalente la condanna riportata dall’ex sindaco di Chiomonte Renzo Pinard, che dopo la riforma potrebbe tornare incensurato: nel 2018 è stato giudicato responsabile di abuso d’ufficio per aver ignorato un ordine del Tribunale civile, che intimava alla sua impresa di pagare degli stipendi arretrati a un dipendente. Il lavoratore aveva chiesto il pignoramento degli emolumenti al Comune, ma in virtù della fascia tricolore che indossava, Pinard si è messo di traverso.