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di Roberto Gramola

La Voce e il Tempo, 19 maggio 2023

“In carcere, mamme detenute con i loro bambini: i diritti non garantiti”: un tema “spinoso” per un convegno non a caso organizzato sabato 13 maggio, vigilia della Festa della Mamma, presso la Sala delle Colonne del Municipio di Torino. Organizzato dalla garante delle persone private della libertà personale del Comune di Torino, Monica Gallo, per richiamare l’attenzione sulle madri che scontano la pena in carcere insieme ai figli dai 2 ai 6 anni negli Icam (Istituti a custodia attenuata per detenute madri), strutture dentro le mura carcerarie dei penitenziari italiani: una condizione difficile tanto per le madri quanto per i bambini.

Durante lavori è stata anche presentata la campagna “Madre fuori” che nasce “da una risposta immediata di una rete nazionale di donne soprattutto rispetto alla proposta del senatore Cirielli, di Fratelli d’Italia, che prevede di negare la potestà genitoriale a tutte le donne che abbiano una sentenza definitiva: una violazione grave dei diritti delle donne e dei bambini” hanno evidenziato le promotrici. Ivano Bianco dell’Associazione “Sbarre di Zucchero” ha raccontato la sua penosa storia di bimbo incarcerato prima dell’entrata in vigore degli Icam (istituiti con la legge 62 del 2011, attualmente presenti in 5 penitenziari italiani tra cui il “Lorusso e Cutugno” di Torino).

Bianco ha detto che ricorda nitidamente le perquisizioni di detenuto bambino, il suono secco dei cancelli che si chiudono, il bacio della mamma prima di uscire, l’abbraccio al rientro, l’odore del carcere, la presenza dei mitra e l’oscura tristezza della prigione. Un intervento che ha emozionato il pubblico accolto con caloroso applauso. Monica Gallo, ha ricordato che nel 2019 in carcere c’erano 11 mamme con 12 bambini.

L’avvento del Covid ha ottenuto l’applicazione della raccomandazione dell’Organizzazione mondiale della sanità di privilegiare l’uscita dal carcere delle persone vulnerabili e in particolare delle donne con bambini. Ed è proprio durante la prima ondata che si è avuta la dimostrazione che le alternative agli Icam sono possibili. “A Torino” ha precisato Monica Gallo “abbiamo avuto una discesa consistente dal 2019 ad oggi proprio a causa della pandemia. Su 11 mamme e 12 bimbi è rimasta solo una mamma con la sua figlioletta”.

Bruno Mellano, garante dei detenuti della Regione Piemonte, che già nel 2020, in piena pandemia, aveva lanciato un appello per la realizzazione di una rete di Case famiglia per mamme in esecuzione penale con figli piccoli, ha evidenziato come “nel 2021 è stato dato un finanziamento straordinario alle regioni, compreso il Piemonte, per dotarsi di strutture adeguate per garantire una alternativa al carcere e all’Icam. Due le classi di finanziamento da 50 e 90 mila euro per realizzare queste strutture. Per rispondere alle esigenze diverse delle madri con bambini è stata creata una cabina di regia di cui fanno parte anche il Prap (Provveditorato Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta), Centro di giustizia minorile e l’Uepe, (Ufficio per le esecuzioni penali) per affrontare i singoli casi della madri detenute”.

L’assessore comunale ai Diritti e Pari opportunità, Jacopo Rosatelli, ha sottolineato come “ci sia un principio di dignità da difendere. Una persona che finisce in carcere non è per forza un cattivo genitore, togliergli i figli sarebbe un’ulteriore pena afflittiva”. Anche l’assessore al Lavoro e Rapporti con il sistema carcerario, Gianna Pentenero, ha ribadito che “una sola detenuta nella struttura rischia di rendere ancora più pesante la reclusione in quanto vissuta come un isolamento”.

Infine il senatore Andrea Giorgis e altri relatori intervenuti al convegno hanno ribadito la necessità, fatta salvo l’esecuzione della pena, di costruire spazi in cui mamme e bambini possano vivere affiancati da operatori, psicologi ed educatori, impegnati nella costruzione di progetti di vita. Progetti gestiti con fondi pubblici e coordinati e sostenuti dalla magistratura di Sorveglianza.