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cr.piemonte.it, 15 dicembre 2023

“Dei 45 ragazzi attualmente ospiti del carcere minorile Ferrante Aporti di Torino, 23 sono nell’Istituto per provvedimenti dell’autorità giudiziaria di Genova, 16 per provvedimenti dell’autorità giudiziaria di Torino. Sono 33 quelli nati all’estero, provenienti in prevalenza da Egitto, Tunisia e Senegal, e non si tratta solo di minori stranieri non accompagnati ma anche di minori residenti in Piemonte e in Liguria con le proprie famiglie”.

Sono alcuni dei dati forniti dalla procuratrice del Tribunale dei minorenni di Torino Emma Avezzù in apertura del secondo incontro sul tema “Il carcere minorile contemporaneo: continuiamo a parlarne” svoltosi al Circolo dei lettori di Torino e organizzato dal Consiglio regionale del Piemonte attraverso gli uffici dei Garanti regionali per l’infanzia e dei detenuti.

“Fin dai tempi di don Cafasso e di don Bosco - ha sottolineato il garante regionale dei detenuti Bruno Mellano, che ha moderato l’incontro - il carcere minorile ha rappresentato una cartina al tornasole della società contemporanea ed è chiamato ad affrontare in anticipo buona parte delle sfide cui l’intera società è chiamata a far fronte. Anche oggi, come ieri, è necessario che le istituzioni e i soggetti interessati abbiano il coraggio e i mezzi necessari per sperimentare soluzioni innovative”.

La Garante regionale per l’infanzia Ylenia Serra ha evidenziato “l’importanza di non considerare il carcere minorile come luogo a sé stante, chiuso e staccato dal resto della società” e ha messo in luce “il ruolo di prevenzione svolto dai tutori volontari di minori stranieri non accompagnati, che rappresentano un punto di riferimento per i minori ospiti delle comunità, giunti in Italia e chiamati a inserirsi nel modo meno traumatico possibile in una realtà per loro estranea”.

La Garante comunale dei detenuti Monica Cristina Gallo ha messo in evidenza come “la spinta sempre più forte al consumo e al possesso di beni e accessori firmati, non di rado uniti alla dipendenza da sostanze e psicofarmaci, renda i minori sempre più fragili dietro un’apparente maschera di autonomia e di sicurezza”.

Il direttore del Centro giustizia minorile di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta Antonio Pappalardo ha fatto presente che “molte delle difficoltà odierne sono legate al progressivo smantellamento della rete dei servizi e del welfare, incluse le comunità di accoglienza, che rende più complicato il lavoro sul territorio”.

L’assessore regionale alle Pari opportunità Chiara Caucino ha invece elencato le numerose iniziative messe in campo dalla Regione “per prevenire il disagio nelle famiglie: dal sostegno a quelle con figli con funzioni intellettive limitate (Fil) all’apertura di sportelli d’ascolto alla stipula di protocolli per la giustizia riparativa”.

Domenico Peila, responsabile della Scuola territoriale della Camera penale del Piemonte Occidentale e della Valle d’Aosta Chiusano ha ricordato che “seppur circondato da un mare magnum di difficoltà, il carcere può essere propedeutico al cambiamento. In un’epoca in cui gli oratori e gli altri luoghi d’incontro hanno perso attrattività, esso può rappresentare un’alternativa al vuoto esistenziale delle periferie”. L’assessore comunale alle Politiche per la sicurezza con delega ai sistemi penitenziari Gianna Pentenero - infine - ha evidenziato “la necessità di creare luoghi in cui i minori si sentano accolti e accompagnati, luoghi ‘umanizzati’ in cui non si badi solo all’efficientamento energetico ma alla creazione di spazi accoglienti, in cui sia bello stare, crescere e confrontarsi”. Ai lavori ha preso parte, tra gli altri, la consigliera Sara Zambaia. A gennaio sarà calendarizzato un nuovo incontro.