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di Simona Lorenzetti

Corriere Torino, 14 maggio 2023

Al momento nel carcere di Torino vive una mamma con una figlia di due anni. Ma nel recente passato le donne con bambini recluse erano arrivate a essere anche 11 con altrettanti bambini. “Questa mamma è in attesa di trovare spazio in una comunità - fa sapere l’assessora alle Politiche per la sicurezza, Gianna Pentenero, che l’altro giorno è andata in visita alle Vallette. L’isolamento di una sola detenuta in queste condizioni rischia infatti di rendere ancora più pesante la reclusione, vissuta quasi come un isolamento”.

Arriva così anche a Torino la campagna per la dignità e i diritti delle donne condannate, dei loro figli e delle loro figlie. “Madri fuori” è stata presentata ieri mattina a Palazzo di Città. Un’iniziativa dell’ufficio della garante delle persone private della libertà personale, dedicata al tema delle madri che scontano la pena in carcere insieme ai loro figli.

“La campagna nasce da una risposta immediata di una rete nazionale di donne - chiarisce Susanna Ronconi, una delle promotrici - soprattutto rispetto alla proposta del senatore Cirielli, di Fratelli d’Italia, che prevede di negare la potestà genitoriale a tutte le donne che abbiano una sentenza definitiva. Abbiamo davvero pensato di ribellarci a questo perché ci sembra una violazione grave dei diritti delle donne e dei bambini”.

La garante, Monica Gallo, ha sottolineato che “a Torino abbiamo avuto una discesa consistente dal 2019 ad oggi per la pandemia. Su 11 mamme e 12 bimbi ad oggi ne abbiamo ancora una con un bimbo”. Per questo, sostengono le promotrici della campagna, “pensiamo che se la pena è quello che la Costituzione dice, ovvero qualcosa che serva al reinserimento delle persone, mantenere le relazioni familiari e sociali è una questione cruciale. Lavorare per fare l’opposto e distruggere queste relazioni ci sembra una cosa a cui opporsi”.

Per l’assessore comunale alle Pari opportunità, Jacopo Rosatelli: “Le persone ristrette in carcere conservano diritti e dignità: lo dice la Costituzione ma evidentemente chi è al governo non lo sa. Bisogna quindi lottare per fermare questo disegno di legge che purtroppo è coerente con altre proposte per me contrario alla costituzione che il governo sta portando avanti”, conclude.