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di Stefano Lo Russo*

Corriere di Torino, 14 luglio 2023

I dati presentati dal Prefetto consentono un po’ di ottimismo. E non soltanto per i numeri. Il calo dei reati è una cosa positiva, ma sono contento anche perché mi sembra che la questione sicurezza assuma una dimensione più largamente condivisa anche nell’approccio culturale. E anche la politica, per lo meno quella parte che ha davvero interesse al bene comune, inizi a trattarla in modo più adeguato evitando semplificazioni e banalizzazioni a fini elettorali, ma impostando azioni in modo sinergico e integrato.

In questo Paese, in questo territorio, nella nostra città, la prima fonte di sicurezza da ripristinare è quella sociale, soprattutto dopo la crisi economica e pandemica, che ha lasciato strascichi evidenti.

La prima mossa da mettere in campo è quindi la riduzione della diseguaglianza, una maggiore possibilità di accedere ai servizi, a possibilità di lavoro e di integrazione. E gli interventi del PNRR e di rigenerazione urbana, tra le tante cose devono operare in questa direzione. C’è poi una seconda componente della legalità, né disgiunta né da contrapporre in termini ideologici: il presidio e il controllo del territorio. Serve un maggior sforzo, anche in termini percettivi. I dati dei reati sono in calo anche per la presenza visibile delle forze dell’ordine e per interventi maggiormente coordinati. La strada imboccata è quella giusta, dobbiamo proseguire.

C’è poi un terzo aspetto di cui si parla meno ma che invece credo sia fondamentale anche per una politica integrata della sicurezza: che cosa succede dopo l’arresto? come gestisce il nostro Paese la situazione carceraria? Torino e la sua città metropolitana hanno case circondariali evidentemente non adeguate e svolgere uno dei fini principali per cui esistono: la rieducazione del detenuto. Anche questo è sicurezza. Quando una persona delinque, viene perseguita, arrestata e condannata, ma entra in un luogo che purtroppo, anziché lavorare in maniera positiva per rieducarla, genera a fine pena nuova criminalità abbiamo un fallimento del sistema che si ripercuote su tutti i cittadini. Occorre affrontare con decisione anche la questione carceraria, in particolare a Torino.

Ne ho parlato recentemente nel mio incontro a Roma con il Ministro Nordio che mi ha dato su questo piena disponibilità a lavorare in sinergia con le istituzioni territoriali. In sintesi, in materia di legalità, credo si possa lavorare su questi punti per una nuova stagione di concordia tra istituzioni nazionali e locali, coinvolgendo anche gli attori sociali, economici e il terzo settore -e a Torino ci stiamo lavorando con energia - integrando tra loro azioni atte a migliorare la sicurezza sociale e ridurre le diseguaglianze, rafforzando il presidio del territorio e il contrasto alla criminalità e ponendo una maggior attenzione al tema dell’efficienza della giustizia e alle condizioni carcerarie. Tre componenti di una strategia che se ragionate in termini integrati possono fare la differenza.

*Sindaco di Torino